Cinisi, la Rigenerazione invia alla Corte dei Conti un debito fuori bilancio

Il Comune di Cinisi è stato condannato, dalla sezione Lavoro del Tribunale di Palemro, al pagamento delle spese di lite sostenute da un dipendente che si è opposto ad un provvedimento disciplinare ricevuto nel dicembre del 2016.

L’importo di poco più di 5.800 euro è stato inserito tra i 5 debiti fuori bilancio che la maggioranza del massimo consesso civico ha approvato nell’ultima seduta consiliare.

Secondo il Movimento Civico “La RI Generazione” si tratta dell’ennesimo spreco di soldi pubblici causato dall’azione amministrativa della Giunta Palazzolo.

“Senza entrare nel merito della vicenda – scrive nel documento La Rigenerazione – ci atteniamo soltanto ad evidenziare alcuni elementi che abbiamo dedotto dalla sentenza. Il giudice ha ritenuto il ricorso del dipendente fondato per vari motivi. Innanzitutto per la tardività del provvedimento disciplinare che, sarebbe stato emesso oltre il termine dei 60 giorni dalla data di acquisizione della notizia dei fatti da parte dell’ufficio preposto, come previsto dalla legge. Inoltre – prosegue la nota – come scrive il giudice, la sanzione viene annullata per insussistenza o irrilevanza disciplinare dei fatti contestati. In sostanza, il giudice non ha rilevato alcun comportamento disciplinarmente rilevante, affermando che la sanzione impugnata, appare del tutto priva di qualsiasi fondamento giuridico, sicché non può che essere annullata”.

Conny Impastato, consigliere comunale del Movimento La Rigenerazione, durante il suo intervento in aula, ha dichiarato che “questo spreco di soldi dei cittadini poteva benissimo essere evitato, utilizzando il buon senso. Questo provvedimento da un lato non favorisce sicuramente un clima di collaborazione e di distensione tra
l’Amministrazione e i suoi dipendenti, dall’altro ha provocato a nostro avviso un danno erariale alle casse comunali”.

Impastato ha inoltre annunciato che sottoporrà la vicenda alla Corte dei Conti, poiché a suo dire, “di questo debito deve rispondere personalmente il responsabile dell’azione disciplinare contro il dipendente e, non l’ente locale con i soldi pubblici”.

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