Grande passo 4 : chiesti 90 anni e 7 mesi di carcere per 8 imputati della mafia corleonese

La procura di Palermo ha chiesto complessivamente 90 anni e 7 mesi di carcere per la nuova mafia di Corleone, il cui mandamento è stato arrestato lo scorso anno dai carabinieri del gruppo di Monreale. Dei dodici arrestati nel blitz “Grande Passo 4”, tutti accusati vario titolo di associazione mafiosa, estorsione aggravata e danneggiamento, otto hanno scelto il rito abbreviato.

I pubblici ministeri Caterina Malagoli, Gaspare Spedale, coordinati dall’aggiunto Sergio Demontis hanno chiesto al gup Alessia Geraci la condanna per Carmelo Gariffo, nipote del boss Bernardo Provenzano, a tredici anni e quattro mesi, Bernardo Saporito a dodici anni, Antonino Di Marco a sei anni e quattro mesi, Leoluca Lo Bue tredici anni e quattro mesi, Vincenzo Pellitteri quattro anni, Vito Filippello dieci anni e otto mesi, Pietro Paolo Masaracchia otto anni e tre mesi.

Infine i pm hanno chiesto per i due omonimi Francesco Geraci, uno di 51 anni, l’altro di 46, ad undici anni e quattro mesi ciascuno.

Nel processo in abbreviato sono parte civile il centro Pio La Torre, i Comuni di Corleone e Palazzo Adriano e Chiusa Sclafani e le associazioni Addiopizzo, Sicilindustria e Confcommercio.

Pietro Vaccaro, Vincenzo Coscino e Francesco Paolo Scianni hanno scelto il rito ordinario e compariranno il prossimo 25 ottobre davanti ai giudici del tribunale di Termini Imerese.

Carmelo Gariffo, nipote prediletto di Provenzano, è considerato dagli investigatori il nuovo vertice della mafia corleonese, in quanto è stato a lungo il segretario dell’anziano boss ormai deceduto e amministratore della rete dei pizzini distesa in lungo e in largo per la Sicilia.

Tornato in libertà nel 2013, i carabinieri della Compagnia di Corleone lo hanno intercettato mentre parlava di appalti ed estorsioni con il nuovo reggente del clan, Antonino Di Marco, un insospettabile dipendente comunale che organizzava i summit nel suo ufficio allo stadio di Corleone.

I militari intercettarono tutti i dialoghi, poi convocarono gli imprenditori ricattati, che hanno ammesso di aver pagato.

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