Differenziata, in vigore da oggi il decreto per far pagare i rifiuti in base al peso. Cisl: “i comuni si adeguino”

Recycling rubbish

Entra in vigore da oggi il decreto del ministero dell’Ambiente destinato a rivoluzionare la Tari, la tassa sui rifiuti, così come l’abbiamo conosciuta. Il provvedimento, datato 20 aprile e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 22 maggio, dovrà ora essere attuato dai Comuni. A darne notizia la Cisl Sicilia che precisa che il provvedimento in questione riguarda il tracciamento e la pesatura dei rifiuti, casa per casa o condominio per condominio. In pratica, introduce criteri per la misurazione, in termini di peso o di volume, dei rifiuti che vengono conferiti al servizio raccolta.

Per la Cisl “nell’Isola della vergogna in cui il sistema si regge per l’80% sulla preistoria del conferimento in discarica che in paesi civili come la Svezia riguarda appena l’1% dei rifiuti prodotti, Regione e Comuni dovranno ciascuno fare fino in fondo la propria parte. E farla in fretta”. E l’una e gli altri dovranno sciogliere rapidamente una serie di nodi sul tappeto, sottolinea il sindacato.

Così, in ossequio al decreto del ministero dell’Ambiente che da’ corso al principio che chi inquina paga, le amministrazioni locali, ricorda il sindacato, dovranno dotarsi adesso di sistemi che, facendo leva sul codice fiscale o su un codice utenza, permettano di associare il contenitore, il sacco o comunque il particolare conferimento, al singolo residente o a un aggregato di utenti (un condominio, appunto). La pesatura, a cui la tariffa dovrà essere collegata, potrà avvenire a bordo dell’automezzo che svolge la raccolta; attraverso l’identificazione del contenitore rilevato; mediante dispositivi in dotazione agli operatori o che potranno essere integrati nel contenitore. Oppure infine, nei centri di raccolta. In ogni caso, la misurazione servirà a identificare l’utente e a registrare il numero dei suoi conferimenti. E “dal momento che getta le basi per una revisione delle tariffe locali, invitiamo i Comuni a non perdere tempo”, incalza la Cisl. Auspicando di non assistere, in tema di tracciamento e pesatura, “all’immobilismo e alla palude che abbiamo dovuto registrare sul fronte delle Srr, che avrebbero dovuto prendere il posto dei vecchi Ato.”.
Quanto alla Regione, “dovrà darsi una mossa”, dice ancora la Cisl. In Sicilia manca infatti un piano aggiornato di settore nonostante il timido tentativo con cui nel luglio 2016 il Governo della Regione presentò all’Ars una proposta di riordino della filiera. Che non ha mai visto la luce. Nell’attesa, l’appendice di aggiornamento al vecchio piano, in forza del quale potrà comunque prendere il via la realizzazione di impianti di valorizzazione energetica, è ferma all’assessorato Territorio e ambiente in vista della Vas, la Valutazione ambientale strategica. Poi, come segnalato qualche giorno fa dall’assessore regionale Vania Contrafatto, dovrebbero entrare in gioco l’ufficio Legislativo e legale, il Consiglio di giustizia amministrativa, la giunta regionale. Infine, il decreto del presidente della Regione. Come dire, “un dedalo di passaggi burocratici che rischia di rimandarci alle calende greche”, denuncia la Cisl che invita il governatore a intervenire per accelerare l’iter. “Serve un sussulto di responsabilità nonostante il clima da campagna elettorale”, scrive il sindacato. “Perché le discariche sono una bomba a orologeria; col gran caldo in arrivo montano le insidie alla salute pubblica. La differenziata langue, anche per la carenza di meccanismi di incentivazione. E perché cinque anni di legislatura regionale, in materia di rifiuti specialmente, rischiano di chiudersi come nel gioco dell’oca, con campagne e città alle prese, indecorosamente, con i nodi irrisolti della casella di partenza”

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