San Giuseppe Jato, il sindaco Licari interviene sui conti del Comune

Il sindaco di San Giuseppe Jato, Davide Licari, con una corposa lettera inviata a Vallejatonews, rompe il silenzio intervenendo sulla polemica che da una settimana infiamma la politica locale. Ovvero lo stato di “salute finanziaria” del Comune di San Giuseppe Jato. E parla di “deriva demagogica”. “Apprendiamo che, con audacia garibaldina – scrive Licari -, esponenti di nuove compagini politiche già in piena campagna elettorale stanno diffondendo in riunioni pubbliche dati relativi a un ipotetico disavanzo di bilancio del nostro comune di 8 milioni di euro. Un fatto grave che ci rammarica sia perché è un dato inesatto che prospetta alla comunità uno scenario di instabilità finanziaria e conseguenze allarmanti per i cittadini, sia perché rischia di imprimere alla campagna elettorale una deriva demagogica di basso profilo. Un fatto che comunque ci si riserva di segnalare alle autorità competenti a tutela dell’Ente e dell’Amministrazione Comunale”. Nei giorni scorsi sembra che il primo cittadino abbia passato al setaccio i conti insieme al responsabile del Settore Finanziario del Comune. “Il dirigente della ragioneria – fa sapere il sindaco – ci dice che il disavanzo accertato è di 3 milioni, frutto del riaccertamento straordinario dei residui attivi imposto dal nuovo sistema di contabilità armonizzata che sta comportando tante criticità a tutti i comuni, di evasione Ici ed Imu pregresse e corrente, del debito nei confronti della ditta Koinos (che gestisce il servizio autovelox ndr), che al momento resta solo ipotizzabile in quanto il Comune si opporrà al decreto ingiuntivo avanzato dalla ditta e che comunque troverebbe regolare copertura. A questo si deve aggiungere una quota di debiti fuori bilancio che risulta di molto inferiore ad una prima previsione fornita dagli uffici”. Nelle scorse settimane a snocciolare i numeri del presunto dissesto erano stati Maurizio Liborio Costanza ed il consigliere Gianfranco Giacona, del comitato civico “Insieme è possibile”.
“Parrebbe da voci insistenti, invece, che a queste cifre accertate dagli uffici gli stessi soggetti abbiano aggiunto ipotesi di debito che oggi non hanno nessuna conferma anzi sono del tutto aleatorie. Sarebbero quelle riguardanti il vecchio Ato rifiuti, la cui esperienza fallimentare ha origine in anni passati, e la revoca del finanziamento del palazzetto dello sport, di cui oggi esiste solo una proposta alla Ragioneria dello Stato. Va detto chiaramente che qualora queste somme un giorno si dovessero trasformare in debiti da pagare il comune si opporrà con forza nelle sedi opportune per evitare che ciò accada”. Così Licari, che non ha ancora sciolto la riserva sulla sua ricandidatura, passa all’attacco: “Pare evidente che nelle intenzioni dei nuovi gruppi e candidati ci sia l’obiettivo di descrivere un quadro catastrofico per screditare l’operato di questa amministrazione, che tanti risultati ha raggiunto nonostante un quinquennio dal 2012 a oggi di grandi difficoltà per gli Enti locali, e proporsi come quelli che dovranno risanare i conti o ancora peggio domani, se eletti, raccontare la solita storia dei conti in rosso lasciati da chi c’era prima. A costoro, intanto, suggerirei – scrive piccato Licari – piuttosto di parlare di cosa vogliono fare per San Giuseppe Jato una volta eletti. Poi con senso di responsabilità raccontare le cose come stanno realmente, dicendo ai cittadini che le regole del gioco, le regole contabili, sono cambiate e a chi più chi meno queste stanno creando gravi criticità di bilancio a tutti i comuni. Lo dimostra il grido d’allarme lanciato dall’Anci Sicilia e sul quale si è aperto un tavolo di discussione a Roma per trovare soluzioni in favore dei comuni e scongiurarne il default. Qualora non ci fossero misure straordinarie in arrivo e si dovesse appurare una sofferenza finanziaria anche il nostro comune sarebbe chiamato a governarla attraverso gli strumenti previsti dalla legge come hanno già fatto altri e come tanti si accingono a fare”. Al di là delle cifre, sulle quali sembra evidente una divergenza di letture, emerge comunque una “sofferenza” per i conti dell’ente. Il dato certo si avrà con l’approvazione del bilancio consuntivo, che, in caso di probabile proroga, potrebbe però toccare alla nuova amministrazione comunale che si insedierà a giugno. “Al netto di eventuali errori di amministratori e dirigenti che dovranno comunque essere accertati – commenta il primo cittadino – e di cui non è immune nessuna esperienza amministrativa, il cosiddetto buco di bilancio è determinato da cause strutturali sopraggiunte che avrebbero provocato le medesime conseguenze a prescindere dall’Amministrazione in carica: le nuove regole contabili che nella loro prima applicazione sono risultate devastanti; la progressiva e insostenibile riduzione dei trasferimenti che nel nostro Comune ha significato dal 2012 al 2016 un meno 630.000 dallo Stato e un meno 200.000 dalla Regione; il preoccupante livello di evasione dei tributi locali nonostante il rigido contrasto al fenomeno. Solo per la Tari si registra una evasione annua di circa il 40% cioè un meno 450.000 euro anno”. L’attuale sindaco replica anche alle dichiarazioni rilasciate dall’ex sindaco Giuseppe Siviglia che, annunciando la sua ricandidatura, aveva sottolineato di “aver lasciato il Comune in buona salute e con un attivo di cassa”. Mentre adesso “a distanza di cinque anni la situazione si è capovolta”. “Cinque anni fa – replica Licari – la normativa contabile per i comuni era ben più elastica, tanto che sotto questo aspetto si può parlare di un’altra epoca. Lo Stato non aveva ancora imposto ai Comuni gli attuali rigidi vincoli di bilancio, l’accantonamento dei crediti di dubbia esigibilità (prima esisteva un ben più annacquato fondo di svalutazione crediti), non c’era il regime “della contabilità armonizzata” e il principio di cassa, che consente ai comuni di poter contabilizzare e utilizzare solo le risorse reali effettivamente a disposizione a differenza che in passato. Circa l’avanzo di amministrazione lasciato nelle casse del Comune da altri, di cui si favoleggia, va precisato che al 31 dicembre 2011 consisteva in un totale di 3.485.000 euro di cui 2.347.000 fondi vincolati e il restante 1.138.000 fondi liberi. Ma di fatto nella sostanza inutilizzabili e quasi virtuali perché di difficile e dubbia esigibilità. Oggi se proprio si vuol dire questa Amministrazione lascia un fondo di amministrazione vincolato anche superiore di 3 milioni 775.000 euro. Credo convintamente che chiunque si proporrà di amministrare il nostro paese, scelta ammirevole viste le difficoltà dei comuni, le responsabilità di cui ci si propone farsi carico e il sacrificio personale, oggi debba concentrarsi a ragionare solo sulle scelte da fare per migliorare la qualità della vita della nostra comunità, evitando di scadere nella retorica elettorale e nella strumentalizzazione dei dati. Sarebbe un bel segnale anche di continuità”.

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