Visite in carcere a Cuffaro, in 28 rischiano il processo

Tutti in carcere per fare visita a Totò Cuffaro e tutti indagati per falso. Politici – nazionali e regionali – professionisti, dirigenti e amici dell’ex governatore siciliano avrebbero fatto carte false per entrare in carcere a Rebibbia.

Il prossimo 14 marzo in ventotto sapranno se finiranno sotto processo o meno. Il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino e il sostituto Barbara Zuin hanno chiesto il rinvio a giudizio e il giudice Livio Sabatini ha fissato l’udienza preliminare. All’inizio gli indagati erano 41, per 13 tredici di loro si profila dunque, l’archiviazione.

I parlamentari in carica, a Roma come a Strasburgo, possono accedere in carcere facendosi accompagnare da un assistente. Assistente che deve dichiarare la sua qualifica in un apposito modulo. In molti si sarebbero spacciati per collaboratori degli onorevoli in modo da evitare l’obbligo di presentare la richiesta di colloquio necessaria per incontrare un detenuto. I politici, infatti, hanno una corsia preferenziale. Hanno il diritto di visitare i carcerati in qualsiasi momento e senza fare neppure la fila.

Cuffaro finì rinchiuso a Rebibbia il 22 gennaio 2011, quando la Cassazione rese definitiva la condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. E subito iniziarono le visite. Dopo quattro anni e 11 mesi di reclusione, lasciò il carcere a dicembre del 2015

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