Rinviata l’udienza preliminare sul rinvio a giudizio di Pino Maniaci. «Non posso stare in aula con i mafiosi»

Rinviata l’udienza preliminare del procedimento giudiziario scaturito dall’operazione antimafia Kelevra, che vede indagati presunti esponenti della mafia di Borgetto e il direttore di Telejato Pino Maniaci. Oggi si doveva decidere sul rinvio a giudizio, ovvero se archiviare il procedimento giudiziario oppure aprire un processo.  L’udienza si è svolta a porte chiuse poiché l’aula del tribunale, tra imputati, avvocati e stampa, era gremita. L’udienza però è stata rinviata per un difetto di notifica.
I legali del giornalista, Antonino Ingroia e Bartolo Parrino, chiedono che il processo si tenga a porte aperte e che venga separato da quello contro i mafiosi, dato che nel suo caso non c’è nessun tipo di legame con l’organizzazione criminale di Cosa nostra. Maniaci è accusato di aver estorto denaro ai sindaci di Borgetto e Partinico, Gioacchino De Luca e Salvo Lo Biundo in cambio di una linea morbida all’interno del suo notiziario. Accuse respinte dal giornalista sostenendo che le somme richieste, erano dovute per spot pubblicitari.
Si conclude dunque con un rinvio al 27 febbraio, la prima puntata della vicenda giudiziaria che coinvolge Maniaci e che ha catturato l’attenzione dei media. “Mi hanno infangato, hanno fatto di tutto per gettare nel fango il mio nome e la mia televisione – dice ai giornalisti- Ma non ci sono riusciti. Il loro progetto è andato in fumo. E, sono certo, che si inventeranno qualche altra cosa per arrestarmi. “Non ho estorto soldi a nessuno – dice – piuttosto ho sempre denunciato i mafiosi che adesso sono imputati con me in questo processo”.

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