Oggi a Giardinello i funerali di Padre Francesco Geloso

Saranno celebrati oggi, dall’Arcivescovo di Monreale, Mons. Michele Pennisi, i funerali di Mons. Francesco Geloso, che si terranno alle 15,30 nella chiesa Gesù, Maria e Giuseppe di Giardinello.

Nato a Giardinello il 14 gennaio del 1931, si è spento ieri, all’età di 85 anni, mentre stringeva in mano la corona del Santo Rosario, al termine di una preghiera dedicata all’Immacolata e, recitata insieme alla nipote che l’assisteva, Angela Maria Geluso.

Padre Geloso, ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso il Seminario di Monreale.

Fu ordinato sacerdote il 17 giugno del 1956 dal Vescovo Francesco Carpino.

Subito dopo l’ordinazione, il 15 dicembre del 1956 fu nominato Vicario cooperatore della parrocchia Maria SS. delle Grazie di Contessa Entellina, mentre il 1 ottobre del 1957 venne nominato vicario cooperatore della Chiesa Madre di Cinisi.

Vicario parrocchiale a San Cipirello e quindi nella Parrocchia Maria SS. del Carmine di Partinico, il
1 marzo del 1960 fu nominato parroco della Parrocchia Maria SS. delle Grazie di Villagrazia di Carini, dove rimase sino al 1 settembre del 1999 quando, per motivi di salute, rassegnò le dimissioni da parroco e l’Arcivescovo di Monreale Mons. Pio Vittorio Vigo, lo nominò Cappellano della Casa di Riposo “Antonino Di Bella” e delle Suore di Carità di S. Vincenzo de’ Paoli del Principe di Palagonia, di Giardinello.

Fu docente di Religione nelle scuole statali e dopo avere superato il concorso abilitante fu insegnante nella scuola primaria.

Da circa tre anni, poiché dializzato, non poté svolgere più alcun incarico. Visse la sua malattia con rassegnazione e offrì ogni giorno al Signore la sua sofferenza.

A Villagrazia si preoccupò di dotare la parrocchia di nuovi locali catechistici, della casa canonica e di una chiesa più ampia per accogliere, soprattutto nel periodo estivo, i tantissimi villeggianti che affollano la zona costiera di Carini.

Si distinse per il suo zelo apostolico; inculcò nei fedeli il culto della Santa Eucaristia e della S. Madre di Dio; si preoccupò della catechesi per i piccoli.

Il suo pellegrinaggio terreno si è concluso ieri, lasciando un grande vuoto nella sua famiglia e nella comunità cristiana di Villagrazia di Carini.

“Quando Monsignor Geloso fu nominato parroco – ricorda il sindaco Giovì Monteleone – Villagrazia negli anni 60 era una borgata di meno di mille residenti. Era il classico parroco di campagna che andava casa per casa e partecipava a tutte le fasi della vita dei suoi parrocchiani nei momenti di gioia e di sofferenza : visitava le famiglie durante le feste , quando venivano allietate dalle nascite, gli ammalati, ai quali dava assistenza spirituale e conforto morale e accompagnava i defunti fino al luogo di sepoltura. Villagrazia negli anni si popoló, diventando il più grosso agglomerato del territorio carinese, ma lui – prosegue Monteleone – mantenne quella semplicità e quel comportamento di parroco di campagna. Con abnegazione e con caparbietà fece edificare una chiesa più adeguata alla smisurata crescita demografica che quella comunità stava subendo. Alla sua figura mi legano tanti ricordi di quando ero ragazzo– dice ancora il sindaco di Carini – e la sua gioiosità con la quale mi riprendeva per il mio carattere un po’ vivace. Quando , nell ’85, mi impegnai in politica, mostró tolleranza e comprensione per le mie scelte. Diventato assessore delegato dal sindaco per Villagrazia , 20 anni fa , mi marcó stretto perché mi adoperassi per l’esproprio e la valorizzazione delle catacombe paleocristiane, diventate discarica e stalla di pecore, l’allora sindaco Mannino nel 1997 emanó l’ordinanza di esproprio e l’immissione in possesso dei luoghi. Se oggi, dopo una campagna di scavi archeologici , le catacombe sono diventate una realtà di alto valore culturale e di fruizione turistica si deve alla sua determinata volontà di semplice parroco di campagna. A lui – conclude il sindaco Monteleone – va il mio commosso ricordo e le mie sentite condoglianze personali, e per conto della Città di Carini , alla sua famiglia e alla comunità di Giardinello”.

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