Carini. L’assoluzione dell’avvocato Genova: “i dubbi non bastano per condannare”

Non agevolò i boss, ma rimangono i dubbi. Che però non bastano per condannare. E’ questa in estrema sintesi la motivazione con la quale, il giudice ha assolto l’avvocato carinese Gaspare Genova, accusato di avere agevolato l’acquisizione di un terreno da parte di un suo cliente, Angelo Antonino Pipitone, considerato dagli investigatori, il capo della famiglia mafiosa di Torretta.

Secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, “non tutte le opacità sono state dissipate”, ha scritto il giudice che lo ha assolto con la formula che un tempo era quella dell’insufficienza delle prove, abolita dal nuovo codice di procedura penale.

Il processo celebrato in abbreviato, era una costola dell’inchiesta che vede ancora oggi i Pipitone a giudizio in ordinario, con accuse relative al tentativo di far sparire i propri beni intestandoli a prestanome. L’avvocato Genova era implicato nella compravendita di un terreno e quattro immobili in contrada Grottaggio, che secondo l’accusa sarebbero solo fittiziamente intestati ad Angela Conigliaro ceduti per 275 mila euro. Per un motivo tecnico non era stato possibile utilizzare le deposizioni di due testimoni.

In aula i pm Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Francesco del Bene avevano chiesto 4 anni: il giudice Lorenzo Matassa ha deciso per l’assoluzione di Gaspare Genova, che ha sostenuto di avere agito su richiesta di un cugino, come intermediario in favore di alcuni familiari, venditori di immobili. “Risulta assai difficile pensare – si legge nella sentenza – che Genova non avesse percepito il ruolo meramente fittizio dell’acquirente Angela Conigliaro, per gli stessi motivi per i quali, in fase preliminare, avrebbe dovuto percepire quello di Giovanni Di Maggio.”

In conclusione però, scrive ancora il giudice: “è altrettanto chiaro che la condanna per il grave reato oggetto di giudizio non si può affermare sulla base sulla base di mere presunzioni, anche se assistite da un coacervo logico di elementi, all’apparenza conferenti e concordanti.”

 

 

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