In un conto corrente di Silvana Saguto trovati solo poco più di 18 euro

Nel conto corrente sequestrato alla ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, i finanzieri della Banca Nazionale del Lavoro, che hanno eseguito il sequestro disposto dai pm di Caltanissetta, hanno trovato solo poco più di 18 euro. Il sospetto dei magistrati che il patrimonio nella disponibilità della Saguto potesse essere schermato, sarebbe stato fondato e, nonostante il procedimento adottato in via d’urgenza, sarebbero stati pochissimi i soldi che i finanzieri sarebbero riusciti a bloccare. 2.708 euro trovati su altri due conti, intestati a marito e moglie e 15 mila euro congelati agli anziani genitori di Silvana Saguto. Per coprire il prezzo della presunta corruzione, i finanzieri hanno dovuto bloccare l’abitazione del magistrato del valore di 330 mila euro. Il sequestro più corposo che ammonta a quasi la metà dei complessivi 900 mila euro di beni e soldi inseriti nel provvedimento, riguarda l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara a cui è stato anche sigillato un immobile tra via Roma e via Cavour del valore di 100 mila euro. Su sei conti correnti del suo studio sono stati congelati poco più di 39 mila euro. Sequestrati pure 11 quote della Legal Ges Consulting del valore di oltre 256 mila euro. “Asservimento della funzione ad interessi privati”, così il giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo, descrive il comportamento di Silvana Saguto. Saguto avrebbe commesso “atti contrari ai doveri d’ufficio” che prevedono “imparzialità, correttezza e riservatezza”. Una serie di attività che il gip ritiene siano state “remunerate dall’avvocato Cappellano Seminara, sia con il versamento di somme di denaro per fronteggiare le difficoltà economiche in cui versava la famiglia Caramma-Saguto, sia con il conferimento di incarichi di consulenza all’ingegnere Lorenzo Caramma, marito della Saguto, nell’ambito di un rapporto corruttivo di durata che il pm ha plasticamente assimilato al contratto di somministrazione e che si caratterizza per essere un reato a consumazione permanente”. Tra il 2011 e il 2013 il collegio Saguto ha nominato Cappellano Seminara nelle procedure Salvatore Sbeglia, Francesco Paolo Sbeglia, Bordonaro, Spadaro, Abbate e Ponte. Secondo il Gip Giannazzo, Cappellano Seminara veniva nominato e Saguto riceveva in cambio le cosiddette “utilità”, valutando la ricostruzione dei finanzieri della Polizia Tributaria di Palermo secondo cui, l’amministratore giudiziario, una sera di giugno del 2015, portò venti mila euro dentro un trolley a casa del magistrato. Al telefono parlavano della necessità di incontrarsi per la consegna di documenti, “la cui natura appare anch’essa indubbia non potendo che trattarsi del denaro per fronteggiare nell’immediato le difficoltà economiche della famiglia Saguto-Caramma”. Saguto avrebbe anche dato il via libera alla liquidazione delle pesanti parcelle incassate da Cappellano Seminara. E qui si apre un altro fronte investigativo per capire se siano state o meno congrue. Così come sarà valutato anche l’operato dell’ingegnere Lorenzo Caramma che ha ottenuto una serie di incarichi nelle amministrazioni giudiziarie in cui l’avvocato Cappellano Seminara è stato nominato da diversi Tribunali siciliani.

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