Corleone. Scioglimento, Lea Savona: «sono vittima dello Stato» (intervista)

Nonostante il nome di Corleone sia stato sempre legato a Cosa Nostra, il Comune non era mai stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Un macigno pesantissimo quello che si è abbattuto ieri sul paese che ha dato i natali a boss dal calibro di Bernardo Provenzano e Totò Riina. Il consiglio dei Ministri manda a casa il sindaco Leoluchina Savona e la sua giunta, lei si difende: «sono vittima dello Stato». Lo scioglimento segue la relazione della commissione che ha svolto attività ispettive, l’accesso agli atti era stato annunciato dal ministro Angelino Alfano, poco dopo l’operazione antimafia “Grande Passo” che portò dietro le sbarre anche un dipendente del Comune di Corleone. La commissione si era insediata la scorso 18 gennaio, in questi mesi dure sono state le critiche delle opposizioni consiliari contro Savona e alla fine in nove si sono pure dimessi: Mario Giarratana, Cristoforo Di Miceli, Benito Gambino, Dino Paternostro, Salvatore Schillaci, Pio Siragusa, Maurizio Bruno, Giuseppe Cardella e Giuseppe Nicosia. Per l’ex consigliere del PD e presidente della locale Camera del Lavoro, Dino Paternostro: «E’ accaduto l’inevitabile, ma io non sono contento. Per colpa di amministratori incapaci di resistere alle collusioni con la mafia, la città di Corleone è stata ricacciata indietro di trent’anni. Questo è un momento doloroso per i tanti cittadini onesti di Corleone, che non hanno nulla da spartire con la mafia e i mafiosi. Ma serve comunque chiarezza. Chi ha sbagliato deve pagare duramente». A Paternostro fanno eco, il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e il segretario della Camera del Lavoro di Corleone Cosimo Lo Sciuto che dichiarano: «Lo scioglimento per mafia rappresenta l’offesa più grossa fatta da questa giunta alla comunità che la Cgil rappresenta fatta da lavoratrici e lavoratori, da precari, da cittadini onesti che da decenni hanno lottato con forza per riscattare il proprio nome. Non gioiamo alla notizia–, aggiungono Enzo Campo e Cosimo Lo Sciuto-, perché non vi è da gioire nell’apprendere che le decisioni di chi ha amministrato in questi anni il paese possono essere state influenzate della mafia. Ciò premesso, confidiamo che nei prossimi mesi vengano finalmente affrontati i problemi che attanagliano le cittadine e i cittadini di Corleone, problemi che questa amministrazione non ha saputo o voluto affrontare. Il riferimento è alle emergenze perenni, dai rifiuti all’acqua, dalla viabilità interna ai collegamenti con gli altri centri, dalla crescente emigrazione all’utilizzo delle tante strutture abbandonate». Corleone è stato al centro dell’attenzione mediatica negli ultimi mesi: dal caso dell’inchino durante una processione religiosa davanti la casa della moglie di Totò Riina, dalla morte ai funerali blindati del boss Bernardo Provenzano. Lea Savona ha sempre tentato di difendere l’immagine del suo paese ma il suo mandato finisce qui e a giorni al Comune di Corleone arriverà una commissione straordinaria che guiderà l’ente locale almeno per un anno.

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1 thought on “Corleone. Scioglimento, Lea Savona: «sono vittima dello Stato» (intervista)

  1. colpo di stato???? ma di che parla? i soliti politici appiccicati con l’attak alla poltrona. e quando la rimuovono cosa fa? parla di colpo di stato. sarebbe stato meglio il silenzio piuttosto che queste parole. intervista pessima. arrivederci? a mai

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