Villagrazia di Carini. Donna uccisa in casa, il marito respinge le accuse

Non l’ho uccisa io”. Giovanni Baiada, 80 anni, accusato di avere ucciso la moglie, Maria Licari, 70 anni, tre giorni fa nella loro abitazione di Cortile Giglio a Villagrazia di Carini, respinge le accuse, anche davanti al gip Fabrizio La Cascia. Aveva già negato tutto ai carabinieri.

L’indagato per omicidio volontario ha respinto la gravissima accusa che gli contesta il sostituto procuratore Piero Padova. Il giudice non ha però ancora deciso se convalidare il fermo e nemmeno sull’eventuale misura cautelare da applicare all’anziano. Maria Licari venne ritrovata senza vita venerdì intorno alle 14.30. Da una prima ispezione cadaverica sarebbero state riscontrate due profonde ferite alla testa, ma il viso della donna, così come il pavimento sarebbero stati ripuliti dal sangue. In base ai primi rilievi inoltre, l’anziana sarebbe morta 8 o 10 ore prima che venisse lanciato l’allarme ai carabinieri, fra le 4 e le 6 del mattino. Baiada ha raccontato che sarebbe uscito intorno alle 8 e che la moglie era viva. Sarebbe rientrato alle 10 e poi avrebbe chiamato la figlia e la nuora per chiedere aiuto. Le due donne avrebbero poi allertato i militari. Il primo elemento che ha insospettito gli investigatori è proprio la discrepanza nell’orario: perchè chiamare i carabinieri alle 14 se Baiada sostiene di essere rientrato alle 10?. Dagli accertamenti dei Ris nell’abitazione, sarebbero emerse tracce di sangue nelle fessure dei pavimenti, sul soffitto e sul lavandino. Una figlia – secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia – ha riferito ai militari, che appena arrivata in cortile Giglio, suo padre le avrebbe detto che aveva dato una “pulita al sangue”. Circostanza che viene negata dall’uomo. Dalle testimonianze sarebbe emerso inoltre che la donna avrebbe subito violenze senza mai denunciare il marito. L’arma che l’iomo avrebbe utilizzato non è stata tuttavia ritrovata. Si pensa, viste le ferite della vittima, che possa essersi trattato di un punteruolo o un cacciavite che Baiada potrebbe aver fatto sparire.

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