Lavorava in un cantiere abusivo, l’anziano operaio edile di Carini che ieri ha perso la vita

E’ stata restituita ai familiari nella tarda mattinata di oggi, la salma di Giuseppe Marchiano, l’operaio 66enne di Carini che, ieri pomeriggio, ha perso la vita in un incidente sul lavoro.

Il suo corpo senza vita, infatti, è già stato sottoposto, come da prassi, all’esame autoptico presso l’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo. Poi, l’impresa funebre lo ha riportato a Carini, nella sua abitazione di via Bellini, dove è stata allestita la camera ardente.

I funerali dovrebbero svolgersi domani mattina in Chiesa Madre.

La morte di Giuseppe Marchiano è stata una vera e propria tragedia sul lavoro. L’anziano muratore stava lavorando in una palazzina in ristrutturazione di via Monte Cuccio, quando per cause ancora da accertare, è caduto giù dall’impalcatura, finendo sul suolo. Un volo terribile, di almeno cinque metri, che non gli ha lasciato scampo. L’uomo, infatti, sarebbe morto sul colpo.

Immediata la richiesta dei soccorsi da parte di un manovale che stava lavorando nel cantiere assieme alla vittima e che ha visto Marchiano precipitare giù dal ponteggio.

Sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118, ma ogni tentativo dei sanitari per rianimarlo si è rivelato vano. Per l’uomo non ci sarebbe stato più nulla da fare.

Il suo decesso è stato confermato poco dopo dal Medico Legale che ha effettuato una prima ispezione cadaverica sul corpo esanime di Giuseppe Marchiano.

L’anziano operaio lascia la moglie e due figli.

Secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri della compagnia di Carini, intervenuti sul posto, l’uomo potrebbe avere perso l’equilibrio mentre stava lavorando sull’impalcatura della palazzina in ristrutturazione. Ma le indagini per accertare la dinamica dell’incidente sono ancora in corso.

I militari hanno richiesto l’intervento della Polizia Municipale e dell’Ispettorato del Lavoro per accertare la regolarità del cantiere e la presenza o meno dei requisiti di sicurezza.

Dopo un primo sopralluogo, i caschi bianchi coordinati dal comandante Marco Venuti, hanno sequestrato la palazzina dove, vi erano in corso lavori di ristrutturazione e sopraelevazione completamente abusivi.

Nessuna autorizzazione era stata rilasciata dall’ufficio tecnico comunale. I proprietari dell’edificio M.F. di 87 anni, M.A di 85 anni ed M.F di 81 anni, sono stati denunciati alla procura.

“Non si può morire di lavoro nero a 66 anni. E’ l’ennesima sciagura del mondo del lavoro che colpisce una categoria tra le più deboli, i lavoratori del settore delle costruzioni, dove l’assenza dei controlli è la regola – dichiara Mario Ridulfo, responsabile Salute e sicurezza della Cgil di Palermo. A 60 anni – conclude – un lavoratore edile dovrebbe essere già in pensione. Ed è una richiesta che da anni fa la Cgil, quella di considerare il lavoro edile pesante e usurante.

“Dalle notizie apprese, confermiamo che l’operaio morto a Carini lavorava in nero – aggiunge Francesco Piastra segretario della Fillea Cgil di Palermo – Un dramma che accomuna molti lavoratori anziani, che non hanno in requisiti per andare in pensione con la legge Fornero e accettano qualsiasi condizione per continuare a lavorare e raggiungere l’età pensionabile” .

La Cgil chiede alla Prefettura di dare seguito alla Conferenza permanente sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro mantenendo gli impegni assunti su vigilanza e sicurezza nei cantieri edili, anche attraverso controlli incrociati.

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