Inaugurato a Montelepre il Piazzale Portella della Ginestra (Video)
Le più alte cariche dello Stato presenti in Sicilia hanno preso parte, stamane a Montelepre, alla cerimonia di inaugurazione del Piazzale del nuovo parcheggio che, la Commissione Straordinaria guidata dal Prefetto Ignazio Portelli, ha voluto intitolare a Portella della Ginestra. Un luogo simbolo della storia delle lotte contadine del dopoguerra, in cui, il primo maggio del 1947, durante la festa del lavoro, apparentemente sotto i colpi della banda di Salvatore Giuliano, il fuorilegge di Montelepre, vennero ferite 30 persone, mentre 12 rimasero uccise; erano uomini, donne e bambini di Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e San Cipirello. A ricordare i loro nomi un sopravvissuto alla strage, Mario Nicosia.
La cerimonia di scopertura della lapide è stata accompagnata dalle note dell’inno nazionale eseguito dalla locale banda musicale Amadeus e preceduta, da un lungo intervento del Senatore Emanuele Macaluso, per oltre un lustro impegnato in attività sindacali e politiche; oggi 91 enne, con estrema lucidità ha ripercorso la storia di quegli anni, sottolineando che Montelepre è vittima di quei fatti e non carnefice.
Sul movente di quell’eccidio, su chi lo abbia ordinato e su chi abbia coperto e depistato le indagini, vige ancora il segreto di Stato, il cui termine scadrà l’anno prossimo. Sull’amara vicenda che ha segnato la vita di tutti i monteleprini, di cui oggi si è registrata scarsa partecipazione, sono state scritte fiumi di parole; ma una cosa è certa, gli esami balistici venuti fuori con la desecretazione di parte degli atti sulla strage, ottenuta nel 1997 dopo le insistenti pressioni dell’allora presidente della Provincia di Palermo Pietro Puccio, fecero emergere che, i proiettili arrivati sulle vittime e sui feriti della strage di Portella della Ginestra, erano quelli in dotazione all’esercito italiano e che i colpi vennero sparati frontalmente e dal basso e, non alle spalle e dall’alto.
Una scoperta che continua ad alimentare dubbi sulla reale responsabilità della Banda Giuliano che, quel giorno, così come fu più volte ribadito durante il Processo di Viterbo dagli stessi imputati, si sarebbero limitati a sparare alcuni colpi in aria, da Monte Kumeta e Monte Pizzuto.
Elementi che hanno sempre fatto pensare che in realtà, dietro l’eccidio di Portella della Ginestra, si possa celare la prima “Strage di Stato”. Ma il senatore Macaluso avvalora la tesi storica.
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