Monreale. Caso Don Minutella, aggressioni verbali all’arcivescovo Pennisi

“Se siamo fanatici, siamo fieri di esserlo”. Con questa frase ribadiscono la loro posizione i seguaci di don Alessandro Minutella che ieri mattina al palazzo arcivescovile di Monreale hanno fortemente contestato le posizioni assunte da monsignor Pennisi sull’operato del sacerdote. Ieri  l’arcivescovo sarebbe stato minacciato. Gli sarebbe stato intimato di non prendere più queste posizioni. I manifestanti gli avrebbero impedito di andare via verso l’impegno che il presule aveva già assunto. La macchina è stata circondata. Insomma ne è nato un parapiglia nel quale anche il responsabile dei servizi informatici dell’Arcidiocesi, Antonio Mirto è stato spintonato. È intervenuto pure il vicario generale, monsignor Antonino Dolce. Sul posto, come detto, sono intervenuti i carabinieri, che hanno identificato alcune persone.

Non sembra  affievolirsi la polemica tra l’arcivescovo di Monreale ed il prete, appartenente alla diocesi di Palermo (è parroco nel quartiere di Romagnolo), ma che opera pure nel centro “Piccola Nazareth di Carini (e pertanto sotto la giurisdizione della diocesi monrealese). La “disputa”, come afferma oggi l’edizione palermitana di “Repubblica” potrebbe portare pure ad una sospensione di don Minutella ad opera del cardinale di Palermo Paolo Romeo.

I seguaci del sacerdote, che afferma di avere delle “locuzioni” con Santi e la Madonna e che invita a bere l’acqua del centro carinese perchè ritenuta miracolosa, alla redazione di Monrealenews dichiarano che “dopo sette anni di richieste anche scritte e mancate risposte circa il centro di spiritualità mariana Piccola Nazareth, presso cui non vi è altro che preghiera, si sono sentiti in diritto di richiedere la spiegazione della comunicazione data dalla Diocesi di Monreale in data 9 settembre 2015. Se basta questo per qualificarci “fanatici”, o se siamo tali perché andiamo a pregare in quel centro, siamo fieri di esserlo.

Visto che non l’ha fatto personalmente – aggiungono nella nota – invitiamo Sua Eccellenza a dirci che fine hanno fatto le richieste e le comunicazioni inoltrate e protocollate, o forse non facciamo parte del popolo di Dio perché seguiamo Gesù Cristo per mezzo di don Alessandro Minutella? In che cosa siamo stati disobbedienti questo sacerdote e noi? Fra l’altro – concludono – esiste nel carteggio con la curia di Monreale, che sarà tirato fuori al momento opportuno, più di un invito ad andare a pregare in quel luogo, e mai un divieto”.

Nella presa di posizione sull’argomento, diffusa alla stampa dalla diocesi nella tarda serata di mercoledì, Pennisi era stato chiaro, non risparmiando critiche: “Poiché “le divine locuzioni” di cui don Minutella è artefice vengono ampiamente diffuse online – aveva scritto il presule – e rappresentano un serio rischio per il profondo turbamento di molte coscienze, si precisa che sono ingannevoli e forvianti le sue “profezie” e che la loro diffusione mette seriamente a rischio la genuina devozione popolare verso la Madonna, gli Angeli e i Santi.

È quanto meno strumentale l’invenzione dell’acqua miracolosa, che avrebbe poteri soprannaturali e terapeutici, perché gioca con la sacra sensibilità dei semplici che vivono seri momenti di prova. Corre l’obbligo di avvertire tutti i fedeli che tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze. Per questo, chiunque assiste a tali illecite “funzioni” di don Minutella, al quale era già stato vietato formalmente di celebrare l’Eucaristia o altra azione liturgica presso il cosiddetto centro “Piccola Nazareth” di Carini, corre gravi pericoli per la propria fede”.

A monsignor Pennisi, frattanto, è arrivata la solidarietà da parte di Nicolò Mannino, presidente deal Parlamento della Legalità, di cui l’arcivescovo di Monreale è guida spirituale”.

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