Partinico. Maxi debito Ato, Rifondazione Comunista replica a Provenzano

Rifondazione Comunista replica alle dichiarazioni rilasciate sabato scorso dall’assessore Gianlivio Provenzano sul maxi debito di 13 milioni di euro del comune di Partinico nei confronti dell’Amia per l’utilizzo della discarica di Bellolampo. Provenzano aveva negato l’esistenza del debito, dichiarando che l’ente locale non deve nulla alla società palermitana e non può pignorare i conti del comune. Ad innescare la reazione di Rifondazione, le affermazioni di Provenzano che ha dichiarato pure di non accettare critiche “da chi in passato ha governato e hanno contributo a questo pseudo debito”.
“Le dichirazioni dell’assessore non meriterebbero alcuna risposta per la loro palese infodatezza- si legge in una nota di Rifondazione. Replichiamo però per due ragioni. Per difendere in primo luogo, la dignità politica dell’ex assessore Franca Tranchina che nella Giunta Motisi rappresentò Rifondazione Comunista e non aveva la delega all’ambiente assegnata, come è noto,all’ingegnere Vincenzo Bonomo. La seconda: perche la verità storica degli avvenimenti,c osi’ come ci ha abituati il sindaco Lo Biundo ed ora anche il suo assessore, non venga stravolta per ragioni di infantile difesa ad oltranza di ciò che risulta assolutamente indifendibile. E’ noto infatti – scrivono da Rifondazione – che nel 2005 e successivamente all’insediamento del sindaco Motisi, fu nominato il Consiglio di amministrazione dell’Ato,  cosi’ come è noto che ad agosto del 2006 dopo appena un anno dalla nomina dell’assessore Tranchina, il nostro Partito veniva estromesso dalla Giunta. Motisi, come è a tutti noto, fu sfiduciato a settembre del 2007 e dunque governo’ per appena due anni .
Dunque , appare del tutto stupefacente che l’assessore Provenzano possa addebitare al nostro Partito ed anche a Motisi i debiti milionari che sono stati contratti da Lo Biundo in questi quasi otto anni di governo. Per ultimo- conclude Rifondazione – dobbiamo riconoscere con un certo comprensibile stupore, come anche l’assessore Provenzano che dovrebbe avere una storia politica diversa da quella di Lo Biundo, si sia facilmente omologato al principio da sempre sostenuto dal sindaco del negare, perfino l’evidenza.”

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