Partinico. Botte e minacce alla ex moglie, condannato anziano

Stanca del marito aggressivo, ossessivo, geloso, lo aveva lasciato dopo 40 anni di matrimonio per trovare un po’ di tranquillità. Esasperata da quella vita d’inferno, lo aveva pure denunciato ai carabinieri della compagnia di Partinico. Ma lui non si rassegnava alla fine del rapporto coniugale e continuava a perseguitare l’ex moglie insultandola, ingiuriandola, molestandola, umiliandola, appostandosi quotidianamente davanti alla sua abitazione e nei pressi dei luoghi di lavoro. Avrebbe più volte minacciato anche di investirla con l’auto, e lo avrebbe fatto persino lo stesso giorno del deposizione della moglie nel corso del procedimento giudiziario. Un processo che ha preso le mosse dalla querela presentata dalla donna nel dicembre 2010.

A conclusione del dibattimento F.P.A., partinicese di 74 anni, è stato ritenuto colpevole e condannato a due anni e due mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. Il verdetto è del giudice della seconda sezione del tribunale di Palermo, Marcella Ferrara, che ha disposto la sospensione della pena, nella previsione che l’imputato si asterrà in futuro di commettere ulteriori reati.

La vicenda risale al 2010, quando l’ex moglie dell’anziano, che si era volontariamente allontanata dalla casa coniugale dopo circa 40 anni di matrimonio (aveva convissuto con il marito sino al 2006-2007) aveva presentato una querela nei suoi confronti per molestie e minacce. Nel corso del processo, in particolare, la donna ha dichiarato che il marito diventava improvvisamente violento e che la picchiava senza alcun motivo. Inoltre aveva cominciato a seguirla ovunque, tanto da indurla a un radicale mutamento delle proprie abitudini di vita, nel senso che ormai evitava del tutto di uscire, tranne che per recarsi al lavoro. Comportamenti che avrebbero provocato nella donna “un perdurante e grave stato d’ansia e paura, nonché ingenerato timore per l’incolumità personale”.

A confermare le dichiarazioni della donna anche quelle della sorella, la quale ha raccontato delle continue molestie da parte dell’ex marito della donna, il quale oltre ad aggirarsi quotidianamente nel quartiere in cui lei abita la seguiva dovunque, in auto, a piedi e in bicicletta, pure quando era in sua compagnia, non smettendo di insultarla e di umiliarla.

La sentenza di primo grado è stata impugnata dall’imputato che ha presentato ricorso in appello tramite il difensore.

Graziella Di Giorgio

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