Borgetto. Il boss Salto “sfrattato” dalla sua villa, adesso è dello Stato

Eseguito dai carabinieri della compagnia di Partinico e da personale dell’agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, lo sgombero della villa del boss di Borgetto Nicolò Salto, 59 anni, ritenuto il braccio desgtro del capomafia di Altofonte, Mimmo Raccuglia.

La villa di contrada Carrubella, realizzata con proventi illeciti derivanti da affari sporchi, era stata già confiscata dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, con decreto definitivo emesso nel 2011.

Il provvedimento di sgombero è stato effettuato nella mattinata di mercoledì. Adesso il mega immobile è di proprietà dello Stato.

Proprio in questa stessa villa Nicolò Salto, il 18 ottobre del 2008 scampò miracolosamente a un agguato mafioso. I sicari lo presero di mira con quatto colpi di arma da fuoco, complendolo alle gambe e alla schiena. Un agguato messo a segno proprio nel piazzale antistante l’abitazione, poco dopo le 20 mentre Nicolò Salto stava ritornando a casa.

Il boss allo stato attuale è sottoposto al regime di sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno a Borgetto, comune di residenza.

E’ stato scarcerato dopo avere finito di scontare una condanna definitiva a quattro anni e otto mesi di reclusione (a partire dal gennaio 2009) inflittagli con sentenza definitiva della Cassazione per associazione mafiosa. Il capoclan aveva scontato la prima parte della pena nella casa circondariale Pagliarelli di Palermo, gli ultimi 8-9 mesi invece nel carcere romano di Rebibbia. Precendentemente aveva scontato un’altra condanna, stavolta a dodici anni, sempre per associazione mafiosa, tornando in libertà nel giugno del 2008. Nel gennaio del 2009 però fu arrestato nell’ambito dell’operazione “Carthago”, effettuata dai carabinieri del gruppo Monreale e della compagnia di Partinico e culminata in 16 ordini di custodia cautelare per associazione mafiosa ed estorsione. L’indagine di fatto portò alla decapitazione delle cupole mafiose di Borgetto e Partinico, di cui Salto sarebbe stato il capomandamento. Un mafioso affiliato prima al sanguinario clan dei Vitale (proprio per la sua vicinanza ai “Fardazza” era stato condannato a 12 anni) e poi al boss di Altofonte Mimmo Raccuglia (arrestato nel 2009 dopo 15 anni di latitanza), soprannominato il “veterinario” per la sua abitudine di “mungere” commercianti e imprenditori.

Dopo lo sgombero della sua mega-villa, adesso Nicolò Salto dovrà probabilmete mettersi alla ricerca di una casa da prendere in affitto, perché quella che prima era sua adesso è di proprietà dello Stato.

Graziella Di Giorgio

foto tratta da livesicilia.it

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