Terrasini. “Questione di donne” il movente dell’agguato contro il carinese

Un regolamento di conti: i carabinieri seguirebbero la pista della vendetta personale per l’agguato di Terrasini.

Pietro Gambino doveva morire, ma la pistola si è inceppata al secondo colpo e un solo proiettile ha raggiunto il carinese.

Il muratore ventottenne non frequenterebbe ambienti malavitosi, non avrebbe rapporti con la mafia e non è mai stato coinvolto in indagini sulle cosche della zona. Gambino avrebbe avuto un conto in sospeso con qualcuno, forse una questione di donne.

In questi giorni i carabinieri della compagnia di Carini, stanno interrogando parenti ed amici della vittima. Sono stati ascoltati anche i giovani, compreso la ragazza, che si trovavano in macchina con il carinese al momento dell’agguato che sarebbe stato studiato nei minimi dettagli. I due sicari a volto coperto a bordo di un motociclo, sono entrati in azione quando Gambino è stato costretto a fermarsi allo stop di un incrocio in piazza Madonna Immacolata ed hanno fatto fuoco. Il muratore si è salvato solo per una fatalità, la pistola 7,65 si è inceppata e il secondo colopo non è stato esploso. Il primo invece lo ha colpito al collo, la pallottola si è conficcata nelle vertebre cervicali.

Ricoverato nel reparto di neurorianimazione di Villa Sofia, Pietro Gambino sarà sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per rimuovere il proiettile

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