Cateno De Luca reintegrato all’Ars

Cateno De Luca come Gaspare Vitrano. Il deputato regionale messinese, leader di Sicilia Vera, accusato di abuso d’ufficio e concussione, torna a ricoprire l’incarico all’Ars, ma senza poter arrivare fisicamente a Palermo, dove ha sede il parlamento siciliano. De Luca infatti, dal 28 giugno, giorno dell’arresto, è ai domiciliari ma da ieri gli sono stati revocati con l’obbligo di dimora nel suo comune, Fiumedinisi, in provincia di Messina. Quindi non può spostarsi a Palermo per svolgere l’attività parlamentare, ma incasserà comunque il suo cospicuo stipendio da onorevole con tutti i benefici annessi.
Per legge la sospensione dell’incarico, scatta in presenza di detenzione cautelare in carcere, arresti domiciliari o detenzione in luogo di cura. Comunicando il reintegro di De Luca, il presidente dell’Ars Francesco Cascio ha informato i parlamentari di avere scritto al commissario dello Stato dopo la revoca dei domiciliari e che in assenza di risposta, l’Assemblea ha preso atto della sospensione del provvedimento.
Stessa storia di Gaspare Vitrano quindi, che dopo essere stato arrestato, è stato reintegrato all’Assemblea Regionale, ma di fatto, non può tornare in Sicilia dove ha il divieto di soggiorno. Un sistema che chiaramente non funziona e che mette in cattiva luce la Sicilia, che inoltre colleziona 25 deputati regionali su 90 sotto inchiesta. Le accuse per molti sono pesantissime, come quelle nei confronti di Franco Mineo, intestazione fittizia di beni, concussione, usura e peculato. Coinvolto direttamente in indagini giudiziarie anche il presidente della Regione Raffale Lombardo, per voto di scambio, inquinamento e promozioni facili al comune di Catania. Una lista lunga che coinvolge quasi tutti i partiti, dal Pd al Pdl passando per il Mpa, Fds, Pid.

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