PROCESSO CARTHAGO. IN ABBREVIATO: 6 CONDANNE E 3 ASSOLUZIONI PER LA COSCA DI BORGETTO

Sei condanne e tre assoluzioni nel processo “Carthago”, celebrato col rito abbreviato dal gup di Palermo Vittorio Anania. Gli imputati sono un gruppo di presunti appartenenti alle cosche di due paesi, Partinico e Borgetto. Il gup ha accolto in parte le richieste dei pm della Dda Annamaria Picozzi e Francesco Del Bene, che avevano proposto poco meno di 80 anni di carcere: le pene inflitte con la sentenza ammontano invece a 39 anni. Gli imputati rispondevano a vario titolo di associazione mafiosa, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, estorsioni.
Al boss Nicolò Salto, gravemente ferito a colpi di pistola il 18 ottobre 2008, a casa sua, sono stati inflitti 5 anni di reclusione, in continuazione con una precedente condanna: il giudice ha escluso per lui l’aggravante di essere stato “capo e promotore” dell’organizzazione. Salto (per il quale erano stati chiesti 12 anni) è agli arresti ospedalieri per i postumi delle ferite riportate. Otto anni e otto mesi ciascuno sono stati inflitti a Gaspare Bagarella e Salvatore La Puma (la richiesta dell’accusa era di 15 a testa), 6 anni a testa a Giuseppe Bagarella e Andrea D’Arrigo, 4 anni e otto mesi ad Antonino Salto, figlio di Nicolò. Assolti Francesco e Giuseppe D’Amico, padre e figlio, e Nunzio Tocco, l’unico che rispondeva solo di fittizia intestazione di beni.

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