MAFIA. IL COGNATO DEL PROCURATORE MESSINEO SAREBBE UN UOMO D’ONORE

Il cognato del procuratore di Palermo, Francesco Messineo, è indagato per mafia nel capoluogo siciliano. Si tratta di Sergio Maria Sacco, 64 anni, originario di Camporeale, imparentato con Vanni Sacco boss degli anni ’50 e ’60. La notizia del coinvolgimento del cognato del capo della Direzione distrettuale antimafia di Palermo è riportata stamani da alcuni quotidiani nazionali. L’accusa nei confronti di Sacco si basa anche su alcune intercettazioni effettuate nel dicembre 2006 in cui l’uomo consigliava a Monica Burrosi, moglie del boss Giovanni Bonanno -i cui resti sono stati rinvenuti nel cosiddetto cimitero della mafia a Villagrazia di Carini- di lasciare Palermo. Sacco, secondo gli investigatori, sarebbe stato vicino ai boss mafiosi Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Il nome del cognato di Messineo era pero’ emerso in passato nell’ambito di altre inchieste antimafia da cui venne poi assolto. La vicenda si aggiunge ad un’altra imbarazzante faccenda che riguarderebbe il procuratore Messineo: il fratello Mario, ex direttore di una società a partecipazione regionale, è imputato – si legge oggi sul quotidiano La Repubblica – insieme ad altri, di truffa aggravata e continuata.
Un nodo difficile da sciogliere e che potrebbe portare alle dimissioni il procuratore Messineo, che intanto continua il suo impegno sul fronte dell’Antimafia, invitando le vittime del racket a denunciare gli aguzzini. Infatti, secondo il magistrato, l’estorsione e’ ancora una grave piaga difficile da debellare. Non basta il no di Confindustria, che con il Codice etico di Ivan Lo Bello ha inaugurato una nuova stagione, e neppure i giovani di ‘Addio pizzo’ o l’associazione ‘Libero Futuro’. ”La ribellione al ‘pizzo’ a Palermo e’ un fatto importante sia sul piano simbolico che pratico – spiega Messineo – ma se parliamo di un fatto specificamente quantitativo, siamo ancora fermi a poche denunce. Saranno poche decine in tutto. Non di piu’. Purtroppo, non e’ ancora un fatto corale generalizzato. E’ vero che la situazione della mafia in questo momento e’ di forte debolezza, ma non tocca l’ambito delle estorsioni, perche’ l’attivita’ prosegue con notevole pressione sul tessuto economico del territorio”.

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