CHI ERA SALVATORE GIULIANO?

Chi era Salvatore Giuliano? Un indipendentista che lottava per la Sicilia Libera o un delinquente che uccise decine di carabinieri, oltre ad essere ritenuto il responsabile della strage di Portella della Ginestra? Un figura molto controversa, quella del bandito Giuliano. Di umili origini, con il padre costretto a emigrare negli Stati Uniti, nel 1943, ad appena 21 anni iniziò la sua latitanza quando, fermato ad un posto di blocco mentre trasportava due sacchi di frumento gli vennero sequestrati il cavallo e il frumento. Tentò di allontanarsi ma i militari gli spararono sei colpi di moschetto. Un militare gli si avvicinò per dargli il colpo di grazia ma Salvatore Giuliano reagì uccidendo il giovane carabiniere con un colpo di pistola e da allora si diede alla macchia nascondendosi sulle montagne di Montelepre. Con l’accusa di proteggerlo vennero arrestati anche il padre e altri membri della sua famiglia. All’inizio del 1944 riuscì a liberare i suoi parenti e una parte di loro decise di allearsi con il bandito. Fu così che si formò la famosa banda di Salvatore Giuliano che trafficava, rubava e sequestrava persone. Ma a differenza di altri banditi, Giuliano aveva anche delle idee politiche. Ebbe dei contatti con il Movimento indipendentista siciliano ed entrò anche, spinto da esponenti dell’intelligence americana, nell’esercito volontario per l’indipendenza siciliana. Sotto l’ordine di questa organizzazione Giuliano attaccò cinque caserme dei carabinieri e nel frattempo continuava a rubare e a saccheggiare. Ma la sua idea non era solo quella di indipendenza della Sicilia, bensì rendere la Sicilia parte degli Stati Uniti d’America. Nel 1946, attraverso il famoso giornalista americana Michael Stern, un collaboratore della Cia, mandò una lettera al presidente americano Truman dove proponeva la Sicilia come uno Stato in più degli Usa. Nel 1947 si sottopose al rito della mafia per farne parte e proprio in quell’anno avrebbe provocato la strage di Portella della Ginestra dove si stavano festeggiando le elezioni vinte dal nuovo Partito popolare e dei comunisti. Morirono 11 adulti e quattro bambini. Giuliano riuscì a nascondersi per altri tre anni grazie anche alla mafia ma il 5 luglio del 1950 venne ucciso e ritrovato nel cortile De Maria di Castelvetrano. Ufficialmente si era detto che ad ucciderlo sarebbero stati dei carabinieri durante una sparatoria ma un giornalista scoprì che le cose andarono diversamente. Una mirabile inchiesta di Tommaso Besozzi, pubblicata dall’Europeo nel luglio del ’50, aveva smascherato il depistaggio operato dai carabinieri, che avevano fatto credere che il bandito (tradito dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta, poi a sua volta ucciso in carcere, con un caffè al cianuro) fosse stato ucciso, a seguito di un conflitto a fuoco con i militari, nell’abitato di Castelvetrano (Trapani) dove il corpo era stato ritrovato. In realtà Giuliano (o chi per lui) era stato ucciso a tradimento fuori dal paese e poi era stato portato, già morto, in paese. I carabinieri avevano inscenato un finto conflitto a fuoco nella notte e poi avevano dato l’allarme. Il famosissimo pezzo di Besozzi era stato intitolato: “Di sicuro c’è solo che è morto”. Ora potrebbe venir meno anche questa unica certezza. Un monteleprino racconta quando conobbe Salvatore Giuliano, mentre il nipote, Salvatore Gaglio racconta con commozione il giorno in cui la salma trasportata da Castelvetrano arrivò a Montelepre………..I PARTICOLARI NEL TG

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