Operazione Terra Mia, il funzionario infedele ha deciso di collaborare

Il funzionario infedele dell’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente ha deciso di confessare e collaborare con la giustizia. Gianfranco Cannova ha risposto al Giudice per le indagini preliminari Vittorio Anania e si è dichiarato disponibile a fare la stessa cosa con i pubblici ministeri che starebbero indagando su un’altra un’indagine parallela a quella sulle mazzette intascate dallo stesso e sfociata nel blitz di venerdì scorso denominato Terra Mia. E sempre di tangenti si tratterebbe, ma nel mirino ci sarebbero altri imprenditori. Non solo i quattro finiti ai domiciliari. E non è escluso il coinvolgimento anche di altri pubblici funzionari. I magistrati stanno scandagliando quella che è stata definita la capacità di Cannova di sfruttare “le sue doti di abile tessitore di rapporti professionali, di amicizie e di contatti gestendo il proprio incarico di servizio come un fatto privato; peraltro è emerso che gli interventi facenti parte dei patti criminosi hanno riguardato anche atti non di stretta competenza dell’ufficio dove operava direttamente il funzionario, ma comunque venuti a conoscenza di quest’ultimo in ragione del suo ruolo istituzionale o sfruttando le sue conoscenze e amicizie con soggetti operanti in altri uffici pubblici, anch’essi impegnati nel settore delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti”. Cannova, interrogato in procura, ha quindi scelto di non avvalersi della facoltà di non rispondere e in presenza dei suoi legali, ha ammesso alcuni episodi di corruzione, per smentirne altri. La vicenda della macchina e del televisore pagati dagli imprenditori per i suoi favori non sarebbero andate, secondo il suo racconto, per come li hanno ricostruiti i poliziotti della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile. Era impossibile, però, negare l’evidenza delle intercettazioni da cui emergevano le mazzette in contanti. Gli imprenditori finiti ai domiciliari sono gli agrigentini Calogero e Nicolò Sodano, il catanese Domenico Proto e il novarese Giuseppe Antonioli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture