Carini, l’ultimo saluto al piccolo Gabriele nel silenzio del dolore (Video)

Un’aria surreale quella respirata scorso a Carini, quando tutta la città si è fermata per dare l’ultimo saluto a Gabriele Conigliaro, il 12enne che nel tardo pomeriggio dell’8 luglio scorso,  ha perso tragicamente la vita al parco urbano Croce Sofia. Saracinesche dei negozi abbassati nel rispetto del lutto cittadino proclamato dal sindaco Giovì Monteleone, sguardi seri e attoniti  di una comunità intera che in lacrime si è stretta attorno alla famiglia del bambino.

Il silenzio assordante scandito dai rintocchi delle campane della Chiesa Madre è sto interrotto solo dalle voci di tanti bambini che in corteo hanno preceduto il feretro di  Gabriele nel suo ultimo viaggio terreno,  invocando il suo nome o la frase  “Gabriele vive” così come  la scritta impressa accanto alla sua foto sulle t-shirt bianche indossate da compagni di scuola e di giochi del piccolo rimasto schiacciato dalla porta del campo di calcetto su cui si era appeso per emulare i grandi portieri. Una struttura che, secondo gli investigatori, non sarebbe stata adeguatamente fissata al terreno, ragion per cui è in corso un’inchiesta della Procura.

I genitori di Gabriele, Rosalia e Francesco Conigliaro e i tre fratelli Alessandro, Daniele e Salvatore, non riuscivano a staccarsi dal feretro. Nei loro occhi dolore, disperazione e sentimenti lontanissimi dalla rassegnazione.

Un lungo applauso ha accolto la piccola bara bianca nella Chiesa Maria Santissima del Rosario dove l’Arciprete di Carini Don Giacomo Sgroi ha celebrato con la voce rotta dall’emozione le esequie.

“Siamo qui ancora attoniti, scossi e feriti nel cuore, con un dolore indicibile che tocca visibilmente tutti, di fronte alla terribile tragedia che ha colpito la famiglia Conigliaro per la tragica scomparsa del piccolo Gabriele – ha detto nell’omelia il prelato  – Ma è una tragedia che ha colpito l’intera nostra città di Carini, tutte le Istituzioni e ogni singolo cittadino.  Oggi è la giornata del silenzio e della preghiera per il piccolo Gabriele, soprattutto per i suoi genitori e per tutti i familiari e amici, perché il Signore doni consolazione, forza e coraggio. Tantissimi in queste ore hanno pensato, scritto e detto “Non si può morire così a 12 anni”. E non si può e non si deve morire così! Questa triste esperienza ci insegni a rendere più sicuri i nostri luoghi di aggregazione e a custodire sempre meglio i nostri bambini.

Tutti siamo custodi e responsabili della vita dei piccoli, a tutti i livelli, e tutti abbiamo il delicato compito e la responsabilità della salvaguardia di persone e di cose perché tragedie di questo tipo non si ripetano più. Siamo tutti i responsabili: famiglie, chiesa, istituzioni, ciascuno di noi!”

Parole forti arrivate come macigni alle centinaia di persone che hanno affollato la chiesa per prendere parte ai funerali di Gabriele, mentre un’altra fiumana di gente è rimasta fuori ad attendere la fine della celebrazione. Parole pronunciate probabilmente per mettere a tacere i sentimenti di odio e livore manifestati nelle ultime ore sui social nel tentativo di far comprendere che nessun capro espiatorio potrà più restituire Gabriele alla sua famiglia.

Persino il fratello della vittima, Daniele Conigliaro, con un post pubblicato su Facebook qualche ora prima del funerale si è ritrovato costretto a dissociarsi, a nome dell’intera famiglia di Gabriele, “da qualsiasi intervento diffamatorio rivolto nei confronti dell’amministrazione comunale o di altri enti. Vogliamo vivere il funerale di nostro fratello – ha concluso taggando il sindaco Giovi Monteleone e lo stesso comune di Carini- come un momento di saluto in pace e serenità”.

“La morte del piccolo Gabriele, che come un ladro lo ha rubato all’affetto dei suoi genitori – ha aggiunto padre Giacomo Sgroi –  ci ha lasciato senza parole. Forse il silenzio sarebbe il miglior interprete delle emozioni e dei dolori che stiamo vivendo. Ma se le parole degli uomini si frantumano in fredde sillabe prive di vigore, o a volte si scagliano come macigni creando ancora più dolore, la Parola di Dio e la fede in Lui, hanno il potere di alleggerire il peso di ogni immenso tormento e di illuminare di speranza anche il mistero di questa morte assurda. Noi cristiani di fronte alla morte del piccolo Gabriele dobbiamo alzare lo sguardo, pieno di fede e di speranza, verso nostro Padre Dio che dona la vita eterna”.

Infine ha invitato tutti ad unirsi ad un ultima preghiera “O Maria, che sei stata afflitta e addolorata accanto al tuo Figlio morente sulla Croce, consola tu il cuore di questa mamma e di questo papà, e di tutti noi che piangiamo per la morte del piccolo Gabriele. Colma il vuoto lasciato dalla morte con la dolcezza della tua presenza, accresci la nostra debole fede e rafforza la nostra speranza”.

Prima della benedizione finale della salma in chiesa, una mamma e un’adolescente hanno letto dei toccanti scritti in memoria del piccolo Gabriele.

 Al termine delle esequie, l’uscita del feretro bianco dalla Chiesa è stata accompagnata dalle note di “E’ per te” di Eros Ramazzotti. Un lungo applauso delle persone in lacrime ha accompagnato il lancio dei palloncini bianchi a forma di cuore, saliti su verso il cielo, mentre i bambini continuavano a chiamare Gabriele che ormai ha spiegato le ali verso il paradiso.

 

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