Terrasini, slittano a giovedì i funerali di Vito Lo Iacono

Slittano a giovedì 17 dicembre i funerali di Vito Lo Iacono. Per problemi burocratici la salma, ch è già stata sottoposta all’autopsia, dovrà restare all’Istituto di Medicina Legale di Bari almeno fino a martedi, quando la sera farà rientro a Terrasini. Il feretro verrà posto nella camera ardente che la famiglia allestirà nella propria abitazione. Le esequie, quindi,  saranno celebrate dall’Arcivescovo di Monreale Mons. Michele Pennisi in Chiesa Madre alle 9.30 di giovedì prossimo.  Mentre cresce l’attesa per il ritorno in paese del  comandante del Nuova Iside che a soli 27 anni ha perso la vita   insieme al padre Matteo e al cugino Giuseppe Lo Iacono nell’affondamento del proprio motopesca,   nuovi raccapriccianti dettagli sulla tragedia in mare sono stati rivelati ieri sera da Giulio Golia di Le Iene che,  per la seconda settimana consecutiva,  ha dedicato un lungo servizio al caso. Nel filmato mostra le certezze espresse da Rosalba Cracchiolo, moglie di Matteo Lo Iacono e madre di Vito, nel visionare alcune foto scattate ai resti del corpo rinvenuto nelle acque calabresi di San Ferdinando nel giugno scorso, ancor prima che le autorità competenti le confermassero che si trattasse proprio di suo figlio dichiarato disperso dal 12 maggio scorso. La donna riesce a riconoscere il figlio dalla struttura ossea, dagli slip e dalle tracce di un tatuaggio che i pochi lembi di pelle rimasti ancora attaccati alle ossa mostravano. Sentiva ed era certa di sapere già da 6 mesi che quel corpo fosse di suo figlio, ma solo a settembre scorso è stata chiamata per l’esame del dna e ci sono voluti altri due mesi per conoscere i risultati della comparazione biologica.  Golia, inoltre, dopo il vano tentativo di parlare con qualcuno dell’equipaggio della petroliera Vulcanello raggiunta in mare, ha provato a mettere alle strette l’armatore    Raffaele Brullo, tra gli indagati per il presunto sinistro che avrebbe fatto affondare il motopesca Nuova Iside e colui che avrebbe ordinato la riverniciatura dell’opera morta dello scafo, cioè della parte che si trova al di sopra della linea di galleggiamento  per  “mutare artificiosamente lo stato dei luoghi”. Brullo,  indagato sia per frode processuale che per favoreggiamento si è trincerato dietro l’inchiesta in corso,non rispondendo di fatto   alle domande di Giulio Golia che gli ha messo davanti il crudele destino delle vite spezzate in questa tragedia e il dolore straziante delle famiglie che attendono giustizia e, come ha detto in lacrime Cristina Alaimo, la vedova di Giuseppe Lo Iacono, resistito in mare altre 24 ore dopo il naufragio senza essere riuscito a salvarsi, di poterlo rincontrare nell’aldilà.  

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