Partinico, torna “l’Acqua vino”: sequestrato un laboratorio clandestino

Scoperto dalle fiamme gialle un laboratorio clandestino e uno stabilimento enologico sono stati scoperti dalle fiamme gialle a Partinico. Su delega della Procura di Palermo, i finanzieri del Comando provinciale, con la collaborazione di funzionari dell’Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche Agricole, hanno dato esecuzione ai decreti di sequestro, emessi dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Vincenzo Amico. Sotto sigillo 250 quintali di zucchero solido, 300 ettolitri di zucchero già disciolto in acqua e oltre 37 mila ettolitri di vini e mosti recanti indicazioni geografiche o denominazioni di origine contraffatti. Le indagini   guidate dal  colonnello Alessandro Coscarelli hanno permesso di accertare che alcune aziende vinicole di Partinico, come la San Domenico vini, la Cantina sociale Terre del Sud, la Cantina Primeluci e Larianna Wine trading, tutte riconducibili ad Ottavio Lo Cricchio, pluripregiudicato con precedenti per reati fiscali, avevano creato un sistema per commercializzare vini con false denominazioni di origine. Le partite di zucchero di barbabietola e zucchero di canna – acquistate in nero da aziende con sede in Campania – giungevano presso un vero e proprio laboratorio clandestino dove veniva effettuata la miscelazione con acqua, gestito da un altro  pregiudicato partinicese, Giovanni Groppuso. Il prodotto era destinato a uno stabilimento enologico di Partinico dove hanno sede le imprese vinicole coinvolte nell’attività illecita, che poi vendeva i vini e mosti contraffatti e sofisticati ai vari clienti. Tra il 2018 e il 2020, dalle 4 imprese vitivinicole coinvolte, sono stati venduti oltre 90 mila ettolitri di prodotto vinoso a cantine vitivinicole e acetifici dislocati su tutto il territorio nazionale, risultati estranei alla frode agro-alimentare.

Sono in corso perquisizioni e sequestri su tutto il territorio nazionale per bloccare le partite di prodotto contraffatto e adulterato distribuite dai 5 responsabili dell’attività illecita, che rispondono dei reati di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, di frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine. Le perquisizioni riguardano ben 22 aziende, fra cantine e acetifici, che hanno comprato in buona fede il prodotto contraffatto.  

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