Cinisi, niente rito abbreviato per l’assassino di Paolo La Rosa

Niente rito abbreviato che gli avrebbe permesso di ottenere lo sconto di un terzo della pena.

Verrà’ processato davanti la corte d’Assise Pietro Alberto Mulè, 21 anni, imputato dell’omicidio del coetaneo Paolo La Rosa, ucciso a Terrasini il 24 febbraio scorso.

L’udienza davanti al Gup del tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini era stata sospesa e rinviata proprio in attesa della pronuncia della Consulta.

Per gli altri due imputati, entrambi ventenni, Filippo Mulè (cugino di Pietro Alberto) e Rosario Namio, che rispondono solo di rissa aggravata: per loro l’abbreviato è possibile.

Pietro Alberto Mulè, nato in Toscana ma sempre vissuto tra Camporeale e Cinisi uccise il giovane Paolo La Rosa a coltellate, con un fendente alla gola e uno allo stomaco, davanti a un locale notturno di Terrasini, a conclusione di una festa di carnevale.

Contro i tre imputati ci sono prove schiaccianti: la scena del delitto fu ripresa dalle telecamere di videosorveglianza, che avrebbero inquadrato il maggiore dei due Mulè mentre colpiva la vittima.

Davanti al Gup Morosini si sono costituiti parte civile il padre, la madre, la sorella e gli zii di La Rosa, patrocinati dagli avvocati Antonio Palazzotto, Salvatore Palazzolo e Michele Palazzolo.

Ammessi anche i Comuni di Terrasini e di Cinisi. In memoria di Paolo gli amici hanno chiesto nei giorni scorsi giustizia, manifestando nella piazza antistante il tribunale di Palermo.

Secondo i testimoni del delitto, Pietro Alberto Mulè, dopo avere litigato all’interno del locale con un buttafuori, quando stava per andare via, a notte fonda, iniziò a litigare pure con La Rosa, fratello della sua ex fidanzata e col quale c’erano pessimi rapporti.

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