Camporeale, ieri l’ultimo saluto a Benedetto Ferrara; il padre non vuole vendetta:”solo giustizia”.

Dolore e commozione a Camporeale per i funerali di Benedetto Ferrara, il 26enne ucciso giovedì sera nella centralissima piazza Guglielmo Marconi.  In tanti hanno voluto dare l’ultimo saluto a “Benny”: i suoi parenti, i suoi amici  ed il sindaco di Camporeale Luigi Cino. Tutti ancora sotto choc per quella morte che ha colti tutti di sorprese. “Non voglio vendetta, ma solo giustizia – ha detto al termine delle celebrazioni il padre della vittima – C’è il Signore e la giustizia. Io credo nella giustizia. Se il killer mi avesse chiesto scusa subito dopo l’omicidio, l’avrei perdonato”.  La salma di Benedetto è arrivata ieri mattina a Camporeale, dopo essere rimasta due giorni all’Istituto di Medicina Legale del Policlino di Palermo per l’autopsia.  “Benny era l’amico di tutti –dice il sindaco di Camporeale Luigi Cino –  un giovane in mezzo ai giovani, che amava la vita. Stiamo lavorando per avere risposte, confido nelle autorità”. Intanto il suo assassino, il 28enne Michele Mulè, comparso davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. Assistito dall’avvocato Antonino Cacioppo avrebbe solo affermato di essere ancora sconvolto. Di non essere nè un mostro, né un killer e che si riservava di rispondere ad un altro eventuale interrogatorio, tra qualche giorno, in questo caso davanti al Pubblico Ministero.  Il giovane, che si è consegnato ai militari poco dopo il delitto, è  un allevatore incensurato    figlio di una maestra elementare e di un impiegato.  La sua ragazza, testimone oculare dell’omicidio, ha permesso ai carabinieri della compagnia di Partinico di ricostruire i fatti a cominciare dalla relazione che la stessa aveva avuto con la vittima prima di findanzarsi con Michele Mulè; rapporto ormai naufragato tra liti e violenze. Secondo la difesa si è trattato del classico omicidio d’impeto, Mulè avrebbe reagito all’ennesimo insulto nei confronti della sua ragazza, che prima era stata fidanzata di Ferrara. Ma per gli inquirenti ciò non giustifica il fatto che girasse armato di una revolver con matricola abrasa. Secondo la giovane contesa da Ferrara e Mulè, anche l’ex fidanzato era armato e lo stesso avrebbe affidato un coltello ad un amico dato che aveva già avuto problemi con la giustizia. Come riporta il Giornale di Sicilia, la giovane ha raccontato che quella sera, insieme ad un’amica, in piazza  avesse incontrato Benedetto  in compagnia di Antonino Triolo. Appena mi ha vista ha sputato per terra e il suo amico, vedendo la scena  ha sorriso verso di noi».  Poco dopo la ragazza ha raccontato l’episodio a Mulè che nel frattempo l’aveva raggiunta .  I due sarebbero poi saliti in macchina e Michele, mentre facevano un giro per il paese,  le avrebbe detto di lasciarlo stare.  “ Siamo ripassati davanti al bar del centro –  ha detto ancora  la ragazza –  e Benedetto vedendoci  ci ha urlato qualcosa contro. Michele a quel punto ha fermato l’auto, ha aperto lo sportello con violenza e sebbene io avessi cercato di trattenerlo per evitare la lite, lui ha proseguito deciso verso Benedetto. Improvvisamente ho sentito gli spari, scorgendo Benedetto a terra mentre Michele è risalito in auto dicendomi ora ti vengo a lasciare a casa”. La ragazza gli avrebbe chiesto cosa avesse fatto e lui avrebbe risposto con la frase “ora mi prendo le mie conseguenze”.  Riaccompagnata la ragazza a  casa, Mulè le ha chiesto di entrare per beere un bicchiere d’acqua. Lo stesso avrebbe poi fatto una prima telefonata e poi  in presenza dei  familiari della giovane, ne avrebbe fatto una seconda, al termine della quale avrebbe detto . “stanno arrivando, poteva finire meglio,  non doveva finire così». Subito dopo sono arrivati i carabinieri a cui  Mulè  si è costituito  consegnando loro anche  l’arma del delitto.  Sempre secondo le dichiarazioni rese dalla ragazza, la relazione tra lei e Benedetto sarebbe naufragata per  l’eccessiva gelosia di lui che l’avrebbe controllata continuamente, a volte picchiata provocandole liti e minacciata spesso anche di ucciderle il padre ed altri suoi familiari per cercare di farla desistere dal suo proposito di lasciarlo.  

 

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