Mafia, 33 imputati del processo New Connection a rischio scarcerazione

Udienza preliminare da rifare, quella inerente l’inchiesta New Connection. Per un errore,  la richiesta di rinvio a giudizio è arrivata tre giorni prima di quando, in base alle norme temporanee legate all’emergenza coronavirus, fosse ammissibile. Quindi è nulla, come se non avesse mai avuto luogo. Come scrive il Giornale di Sicilia, l’udienza è inciampata in un cavillo procedurale scovato dall’avvocato Pietro Riggi, che col collega Raffaele Bonsignore assiste Giuseppe Lo Cascio, nipote degli Inzerillo. Adesso c’è il rischio scarcerazione per tutti gli imputati, cioè gli Inzerillo, considerati i capimafia di Uditore e Passo di Rigano, ma anche altri cognomi pesanti degli scappati negli Stati Uniti,  poi rientrati in Italia dopo la morte del capo dei capi Totò Riina, come  Spatola, Gambino, Sansone e Buscemi. Tutto  da rifare, dunque, con termini di custodia cautelare che – se non ci fosse stato il lockdown – sarebbero già scaduti. L’indagine dei pm Amelia Luise e Giovanni Antoci, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, riguarda 33 presunti mafiosi, fino a ieri imputati e ora tornati indagati, perché i capi di imputazione sono del tutto nulli.

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