San Cipirello, piazza Sorgente sarà intitolata a due carabinieri uccisi nel 1949

Cambia nome piazza Sorgente, che verrà intitolata a Giuseppe Fiorenza e Giovanni Calabrese. I due carabinieri siciliani uccisi dalla banda Giuliano nel 1949. Nei giorni scorsi la Commissione straordinaria ha firmato, infatti, la delibera per la ridenominazione della piazza che si trova tra le vie Garibaldi e Crimaudo. A 150 metri dal luogo dell’assalto, che avvenne davanti la caserma del nucleo anti-banditismo. A piazza Sorgente, nel secolo scorso, sorgeva invece la locale caserma dei carabinieri. Era il 25 agosto del 1949 quando la banda di Salvatore Giuliano assaltò la caserma del nucleo anti-banditismo in via Garibaldi. Il conflitto a fuoco, con mitra e lancio di bombe a mano, durò circa 20 minuti. A perdere la vita quel giorno fu Fiorenza, originario di Centuripe, in provincia di Enna. Calabrese, che era nato a Modica, morì per le ferite l’indomani a Palermo. Avevano 22 e 23 anni. I primi colpi furono sparati alle 9, mentre i due militari del reparto uscivano per perlustrare le vicinanze del paese. La prassi voleva che, proprio per prevenire eventuali imboscate, i carabinieri lasciassero la caserma a coppie distaccate l’una dall’altra. Aperta la porta, i due divennero così bersaglio di una raffica di mitra seguita dallo scoppio di diverse bombe a mano. Le cronache del tempo raccontano di «una violenta sparatoria»: da una lato i carabinieri assiepati dentro la caserma, dall’altro i banditi nascosti tra le case che costeggiavano l’odierna piazza Mercato. I rinforzi da San Giuseppe Jato, allertati per radiogramma, arrivarono poco dopo, quando già i banditi avevano fatto perdere le proprie tracce. Ad organizzare l’attacco furono il mafioso Raffaele Lo Voi e il malavitoso Antonino Sciortino. A rivelarlo ai carabinieri nell’ot – tobre di quello stesso anno fu uno degli esecutori: Giuseppe Cucinella, comandante del 3° plotone della banda Giuliano. Tra gli esecutori materiali, oltre a Cucinella, c’erano anche quattro banditi: Isidoro Bruno, Giovanni Genovese, Giuseppe Delizia e Domenico Oliveri. Tutti di San Giuseppe Jato.

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