Terrasini, tragedia Nuova Iside, la Procura apre inchiesta penale contro ignoti

Le indagini e gli elementi finora acquisiti sulla tragedia della motopesca Nuova Iside,  avvalorano la tesi dello speronamento. La Procura di Palermo ha già avviato, attraverso il pubblico ministero titolare dell’inchiesta Vincenzo Amico, un procedimento penale contro ignoti.  

Le famiglie di Matteo, Vito e Giuseppe Lo Iacono, hanno  formalmente chiesto alle autorità preposte, attraverso il loro legale Aldo Ruffino, di sequestrare le scatole nere dei pescherecci e dei mercantili che nella notte tra il 12 e 13 maggio scorso transitavano nello stesso specchio di mare tra Ustica e Favignana.

Troppi dettagli portano a questa ipotesi, a cominciare dalla ritrattazione di un pescatore che, in un primo momento aveva riferito alle autorità di avere sentito al telefono Matteo Lo Iacono, alle 7,30 di mercoledì 13 maggio, (data in cui i familiari, nel pomeriggio, lanciarono l’allarme alla capitaneria di porto), per poi scusarsi e dichiarare che la conversazione sarebbe invece avvenuta alla stessa ora del giorno prima, cioè il martedì 12 maggio.

Le ultime conversazioni telefoniche che l’equipaggio della Nuova Iside ha avuto con i propri familiari mentre si trovava al largo di Ustica risalgono proprio alla sera del 12 maggio,  Quella stessa sera, l’ultima chiamata tra Matteo Lo Iacono e suo padre risale alle ore 21,55, mentre l’ultimo messaggio whatsapp ricevuto, così come si evince dalle due spunte blu di chi l’ha inviato, è delle 22,33. Mentre messaggi successivi inviati all’equipaggio intorno alla mezzanotte sono rimasti con una sola spunta, quindi non consegnati. Inoltre, l’ultimo rilevamento acquisito dalla Guardia Costiera sulla posizione dell’imbarcazione partito dal blue box della Nuova Iside è delle 21,45; segnale che in automatico veniva lanciato ogni due ore dalla motopesca.  

Ma dopo di ciò il nulla ed è proprio in questo lasso di tempo che sarà accaduto qualcosa di imprevedibile e inaspettato. Nessun mayday è stato lanciato dall’equipaggio, eppure sarebbe bastato premere un solo pulsante per lanciare l’SOS. I baracchini, prima di perdere ogni traccia,  erano perfettamente funzionanti.

Altro dettaglio fondamentale che avvalora la tesi dello speronamento, è il fatto che, insieme al palangaro rinvenuto due giorni fa dall’equipaggio di  un peschereccio della marineria di Isola delle Femmine è stata pure ritrovata l’ancora galleggiante di bordo, collegata all’attrezzatura di pesca che, si cala solo ed esclusivamente in condizioni di mare buono.

Qualsiasi marinaio esperto l’avrebbe subito tirata su di fronte a condizioni metereologiche non ottimali. Inoltre, mercoledì 13 maggio, un altro pescatore aveva trovato in mare una boa e l’aveva caricata sulla propria imbarcazione, per poi consegnarla alle autorità marittime non appena ha sentito ciò che fosse accaduto alla Nuova Iside e dagli accertamenti successivi risulta  appartenere alla motopesca ormai inabissata.  

Tutti particolari che escludono che a provocare la tragedia possa essere stato lo scirocco, visto che il vento, la mattina del 13 maggio  ha cominciato a soffiare solo nelle mattinate, intorno alle 7,30, molte ore dopo rispetto all’ultimo rilevamento acquisito dalla Guardia Costiera la sera prima, sulla posizione della Nuova Iside. Ieri, la salma di Matteo Lo Iacono è stata sottoposta all’autopsia che è stata eseguita dall’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, sotto il coordinamento della dottoressa Argo, alla presenza del medico di parte Paolo Procaccianti, nominato dalla famiglia Lo Iacono.

Il suo corpo senza vita è stato sottoposto ad una tac. Sono stati prelevati tessuti organici ed analizzati anche gli indumenti indossati dalla vittima. Ci vorranno 45 giorni per conoscere l’esito dell’esame necroscopico che, potrà stabilire anche l’orario del decesso.

La sciagura, al momento, è avvolta nel mistero, ma  le vedove di Giuseppe e Matteo Lo Iacono, Cristina Alaimo e Rosalba Cracchiolo, intendono andare a fondo, chiedendo a gran voce che proseguano le ricerche di Vito Lo Iacono e del relitto. Oltre all’immenso dolore di mogli, madri e figli delle vittime, c’è tanta sete di verità e giustizia.

 

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