Terrasini, “la Nuova Iside potrebbe essere stata speronata”. Lo afferma il legale nominato dalle famiglie delle vittime.

“Nessuno pensi che il tempo possa colmare il dolore e il desiderio di certezza delle due famiglie Lo Iacono di fronte all’immane tragedia che le ha colpite”.

Lo ha dichiarato l’avvocato Aldo Ruffino, il legale nominato dai familiari di Matteo e Vito Lo Iacono e dalla moglie di Giuseppe Lo Iacono, Cristina Alaimo, sottolineando la ferma volontà di andare a fondo sulle cause che hanno potuto provocare la morte accertata di due dei tre componenti dell’equipaggio della Nuova Iside. Il 27 enne Vito Lo Iacono, figlio del capitano dell’imbarcazione, Matteo, infatti è ancora disperso.

Ruffino ha cercato di ricostruire il lasso di tempo in cui potrebbe essersi verificata la tragedia, basandosi sulle testimonianze dirette degli stessi familiari delle vittime e su orari di telefonate e messaggi whatsapp ricevuti e non. Elementi oggettivi che potrebbero indurre la Procura di Palermo che, sulla vicenda ha aperto un’inchiesta, a disporre la riesumazione della salma di Giuseppe Lo Iacono per sottoporla pure ad esame necroscopico.

Il corpo di Matteo Lo Iacono si trova già all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo per essere sottoposto all’autopsia, come richiesto ed ottenuto dalla sua famiglia che vuole, a tutti i costi, comprendere cosa realmente può essere successo ed e’ pronta ad intraprendere tutte le iniziative necessarie per ricostruire con massima precisione quei terribili momenti che, hanno seguito gli ultimi contatti telefonici con i familiari, avvenuti la sera prima del previsto rientro a casa della motopesca con il suo equipaggio.

“L’unica cosa certa – afferma Aldo Ruffino – è che, dagli ultimi contatti, l’intero equipaggio non manifestava alcuna preoccupazione per le condizioni del mare. Gli ultimi messaggi sono arrivati attorno alle 21.53 di martedì scorso. In quel momento non soffiava vento di scirocco. Fino a mezzanotte e 10 minuti del martedì, i telefonini funzionavano e abbiamo la certezza che i messaggi inviati dai familiari sono stati ricevuti, per le due spunte di notifica che compaiono sul display. Un messaggio successivo inviato intorno all’una, nella notte tra martedì e mercoledì, non è mai arrivato ai destinatari, perché rimasto con una sola spunta di notifica. Ciò fa ipotizzare che qualcosa di imprevisto, improvviso ed incontrollabile sia accaduto proprio poco dopo l’ultimo messaggio ricevuto dall’equipaggio. Inoltre, l’ultimo rilevamento della Guardia Costiera sulla posizione della Nuova Iside che, automaticamente ogni due ore trasmetteva attraverso le apparecchiature elettroniche di cui l’imbarcazione era dotata, risale pure a dopo la mezzanotte, poi più nulla”.

Ad alimentare dubbi sul fatto che qualcosa sia successo durante la notte tra martedì e mercoledì, è un particolare dettaglio. “Al momento del ritrovamento, il corpo del Capitano Matteo Lo Iacono indossava ancora una pesante felpa che fa escludere che il disastro possa essere avvenuto durante le ore successive di scirocco che avrebbero potuto rendere difficoltosa la navigazione. Ciò rafforza l’ipotesi che l’incidente – – prosegue Ruffino – sia avvenuto in piena notte. Tutto è ipotizzabile a questo punto, anche un inconsapevole speronamento notturno da parte di navi mercantili che solitamente attraversano quello specchio di mare o da parte di altre imbarcazioni da pesca presenti nella zona. Infine – conclude il legale delle famiglie Lo Iacono – nessun mayday è stato lanciato dalla Nuova Iside – particolare rilevante su cui bisogna fare assolutamente luce”.

Intanto, la famiglia di Matteo Lo Iacono ha chiesto alle autorità competenti di proseguire con maggiore presenza di uomini e di mezzi le ricerche del giovane Vito Lo Iacono e del peschereccio. Il ritrovamento del relitto e le sue condizioni potrebbero rivelare particolari utilissime alle indagini in corso”.

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