Giardinello, aumentata l’indennità del sindaco, scricchiola la maggioranza?

Con una delibera di giunta, il sindaco di Giardinello, Antonio De Luca, si è aumentato l’indennità di carica e tale scelta, avrebbe provocato malumori nella sua stessa maggioranza che, comincerebbe a scricchiolare anche, se ad oggi, non si registra nessuna presa di posizione ufficiale, ma solo sottobanco. Secondo alcune indiscrezioni,  uno dei suoi tre assessori, Francesco Donato, assente nella data in cui l’intera giunta ha votato il provvedimento, non avrebbe gradito questo aumento in piena emergenza covid-10 che sta vedendo in paese tante famiglie in gravi difficoltà economiche. E secondo quanto scrive oggi, il Giornale di Sicilia, che all’interno della maggioranza siano maturati degli screzi, l’avrebbe fatto trasparire lo stesso primo cittadino di Giardinello, chiamato a rispondere su questo atto pubblico. “C’è sempre qualche mela marcia all’interno di una maggioranza – avrebbe dichiarato al giornale di Sicilia il sindaco De Luca – ma io sono assolutamente a posto con la mia coscienza. Parliamo di un adeguamento irrisorio, oltretutto contemplato dalla legge. Qualsiasi tipo di polemica per appena 195 euro in più mi sembra davvero fuori luogo. Parliamo di 195 euro lorde in più che sono nulla rispetto alle enormi responsabilità in capo ad un primo cittadino. Voglio inoltre ricordare che per tutto il 2019 ho rinunciato alla mia indennità con gli assessori e i consiglieri di maggioranza per dare una mano d’aiuto a far quadrare i conti del Comune. Questo fa quindi capire che da parte mia non c’è alcun attaccamento all’indennità e non c’è mai stato”. De Luca, si è aumentato l’indennità di carica sulla base della legge 157 del 2019 in cui si contempla che “la misura dell’indennità di funzione spettante ai sindaci dei comuni con popolazione fino a 3 mila abitanti viene incrementata fino all’85 per cento rispetto alla misura prevista per i primi cittadini che guidano  enti locali fino a 5 mila abitanti”. Nel dettaglio, l’indennità di De Luca, lievita da   683,27 euro (pari al 50 per cento dell’indennità piena non avendo preso aspettativa dal proprio lavoro) a 878,82 euro al lordo delle ritenute. Ma suoi stessi sostenitori, lo avrebbero ritenuto ugualmente inopportuno in questo delicato momento.

 

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