Alcamo, la Procura impugna sentenza “Pionica” per Vito Nicastri

La Procura di Palermo impugna la sentenza che ha condannato – fra gli altri l’alcamese Vito Nicastri, detto re dell’eolico,  a 9 anni di reclusione, a dispetto dei 12 che avevano chiesto i pm Gianluca De Leo e Giacomo Brandini nell’ambito del Processo Pionica.

La Dda di Palermo, con un ricorso presentato in Cassazione, chiede che all’imprenditore di Alcamo, e al fratello Roberto Nicastri,  vengano riconosciute alcune aggravanti fra cui quella di avere contribuito economicamente al sostegno della latitanza di Matteo Messina Denaro, rimarcando l’episodio della «borsa piena di denaro» che Michele Gucciardi, boss di Salemi, avrebbe ricevuto da «quello degli impianti eolici di Alcamo», cioè Vito Nicastri, per farla avere a Francesco Guttadauro, nipote prediletto del superlatitante, destinatario finale della somma.  

Circostanza, quest’ultima che il Gup Filippo Lo Presti, nella motivazione della sua sentenza, ha espressamente escluso.

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