Terrasini, omicidio La Rosa: Insulti via facebook per Alberto e Filippo Mulè

Un dolore immenso reso ancora più pesante dai social. Quei social spesso implacabili, fatti per lo più da moralizzatori. E come d’improvviso, quando ci si ritrova immersi nella lettura, sembra quasi di trovarsi di fronte ad un mondo ideale dove si parla di giustizia, legalità, equità. Lo stesso mondo che adesso sta stritolando, non si sa quanto consapevolmente, due famiglie. Sono quelle dei cugini Pietro Alberto e Filippo Mulè, entrambi in carcere con le accuse di omicidio e tentato omicidio: il primo per aver assassinato Paolo La Rosa davanti ad un disco pub nel centro storico di Terrasini domenica notte senza pietà; il secondo per aver quasi ucciso l’avventore di un locale notturno nella vicina Cinisi. L’indignazione di una comunità, come spesso accade in questi tempi della “tecnologia avanzata”, finisce per “vomitare” rabbia e rancore attraverso facebook. Proprio da questa piattaforma è partita la caccia selvaggia agli assassini. Nella bacheca di Filippo Mulè si legge di tutto all’indirizzo dei due cugini: dall’augurio di morire, a quello di finire “stuprati in galera”, per arrivare poi agli insulti alle loro mamme per averli messi al mondo. Tutti commenti che, come confermato dalla famiglia, sono stati già segnalati ai carabinieri. A rompere il silenzio la mamma di Filippo Mulè, Rosa Ienna: “Provo un dolore immenso per Paolo – scrive – e darei la mia vita per farlo tornare. Siamo stati costretti ad eliminare commenti che riguardano le minacce e le intimidazioni che riceviamo noi della famiglia che non abbiamo nessuna colpa per questa tremenda tragedia. Tutti i commenti di minaccia ed intimidazioni li hanno già in mano i carabinieri, non sono stati eliminati del tutto, e che faranno giustizia per qualsiasi atto commesso”. Rosa Ienna parla di “tre famiglie rovinate”, facendo riferimento alla sua, quella del nipote Pietro Alberto e ovviamente quella della vittima: “Noi mamme non potremmo mai, e dico mai, invitare i nostri figli a commettere atti del genere – aggiunge la madre di Filippo -. Soltanto gli ignoranti possono pensare ciò”. Ai due cugini sono stati confermati dal Gip i fermi che erano stati effettuati dai carabinieri lunedì, neanche 24 ore dopo la tragedia. La mamma di Paolo La Rosa, nel giorno dei funerali, aveva lanciato un appello chiedendo di non dispensare “odio”. Appello evidentemente caduto nel vuoto, considerando il tenore dei messaggi lanciati attraverso i social. Già nella serata in cui furono effettuati i fermi alla stazione dei carabinieri di Cinisi era stata palpabile la tensione, con decine e decine di persone che si erano assembrate lì davanti inveendo contro i due cugini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture