Partinico e Cinisi, doping nelle palestre: indagine si potrebbe allargare

Potrebbe allargarsi a macchia d’olio, magari tra rivenditori e chissà, forse qualche medico, l’indagine sul doping nelle palestre di Partinico e Cinisi che ha portato agli arresti domiciliari di quattro persone e ad altri 16 indagati a piede libero. Sono le indiscrezioni che filtrano in queste ore dopo aver accertato che alcuni dei farmaci trovati in abitazioni, in seguito all’operazione “Baronessa di Carini”, non sono per nulla facilmente reperibili sul mercato. Non solo: alcuni di questi farmaci possono essere acquistati solo dietro ricetta medica. Per cui o c’è qualche ricetta fatta con leggerezza, oppure questi farmaci hanno circolato in modo selvaggio senza un minimo di prescrizione. In ogni caso due canali investigativi che potrebbero portare a sviluppi importanti sul piano di queste indagini che già hanno messo in luce uno spaccato importante. Anzitutto è stato accertato che dalle due palestre sottoposte a indagini, una di Partinico e l’altra di Cinisi, ci fosse un giro importante di questo doping utilizzato da atleti per partecipare a gare. Ciò che trapela non è solo il giro molto costoso di anabolizzanti ed il loro uso indiscriminato, ma il loro utilizzo anche su atleti ragazzini. E’ successo alla “Free time” di Partinico che aveva come riferimento un infermiere di 39 anni, il quale era deputato a somministrare questi farmaci. Dalle intercettazioni ambientali fatta alla palestra partinicese il titolare Gaspare Aiello, 33 anni, risulta aver dato ad un ragazzo una partita di farmaci anabolizzanti costati 270 euro, preannunciandogli che l’infermiere sarebbe venuto in giornata per somministrarli. Nella palestra di Cinisi invece si sente discutere due degli indagati ed uno loro si fa scrupoli, sostenendo che è rischiosa la somministrazione eccessiva nei confronti di un ragazzino: “Un si po sminchiari” si sente dalle conversazioni. Le accuse sono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, al fine di alterare le prestazioni agonistiche di atleti gravitanti nel mondo del bodybuilding e delle palestre. L’indagine è scaturita da un controllo eseguito dagli ispettori investigativi antidoping del Nas di Palermo su un atleta, risultato poi positivo, della gara ciclistica “Granfondo Mtb – Baronessa di Carini”, disputata a Carini il 29 maggio 2016. I rispettivi titolari delle palestre, tutti preparatori atletici, assieme ad un altro soggetto, anch’esso preparatore e body builder, attivo collaboratore in una delle palestre, avevano avviato un’associazione dedita al commercio di sostanze anabolizzanti finalizzata ad alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. Tra i farmaci e le sostanze maggiormente spacciati vi erano Winstrol, Proviron, Testovis, Sustanon, Gonasi e Monores, nonché trenbolone e nandrolone (quest’ultima sostanza, oltre che ad effetto dopante, è anche ad effetto stupefacente). Tra gli indagati 6 sono ritenuti responsabili di esercizio abusivo della professione sanitaria, in quanto dispensavano terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze dopanti.

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