Operazione Baronessa di Carini, somministrate sostanze dopanti pure a ragazzini

Avrebbero operato senza scrupoli le persone finite in manette nell’ambito dell’operazione antidoping condotta dai carabinieri del Nas tra Carini, Cinisi e Partinico. I retroscena che emergono dalle intercettazioni sono sempre più inquietanti. Il body builder di Cinisi Francesco Di Rosalia, attualmente ai domiciliari, viene captato dagli investigatori mentre dispensa consigli ad un altro indagato, Filippo Vaiana. Quest’ultimo, come scrive oggi il Giornale di Sicilia,  stava preparando un suo giovane cugino per una competizione e si era rivolto a Di Rosalia per capire come trattarlo nelle ultime 5 settimane prima della gara. Di Rosalia avrebbe suggerito di somministrare all’atleta sostanze diverse dai classici anabolizzanti che sarebbero stati forniti da Masucci, definendo quest’ultimo solo interessato ad incassare soldi, perché considerata l’età del giovane era meglio non eccedere per non rovinarlo e, dalla stessa conversazione avvenuta l’11 maggio del 2018 si evince che avrebbe pure prescritto medicine e diete senza aver alcun titolo per farlo. L’inchiesta sul vasto traffico di anabolizzanti, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Giorgia Spiri, vede coinvolte in totale 20 persone, tra cui un poliziotto, un medico ed un infermiere.Oltre a Di Rosalia e Masucci, agli arresti domiciliari sono stati sottoposti anche il partinicese Gaspare Aiello e l’alcamese Cesare Monte che, gestiscono la palestra «Free Time» di Partinico.

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