San Cipirello, il tar accoglie ricorso della “Mirto” contro interdittiva antimafia

Il Tar di Palermo sospende la nuova interdittiva antimafia per la ditta «F. Mirto srl» di San Cipirello. Nei giorni scorsi la Prima sezione, presieduta da Calogero Ferlisi, ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dall’impresa assistita dall’avvocato Giovanni Immordino. Rimane congelato dunque il provvedimento emesso il 18 novembre dalla Prefettura nei confronti dell’impresa che si occupa della raccolta dei rifiuti. Ed è già la seconda volta che il tribunale amministrativo stoppa un provvedimento emanato da Villa Withaker nei confronti dell’azienda sancipirellese. Era già successo, infatti, questa estate: il 30 agosto, allorchè il Tar Sicilia aveva accolto la richiesta di sospensiva dell’interditt iva emessa il 13 agosto. Il timore di un grave danno economico aveva spinto i giudici ad accogliere il ricorso. Una decisione poi confermata a metà ottobre in Camera di cons i g l i o. Un mese dopo era però arrivato un nuovo provvedimento antimafia da parte della Prefettura di Palermo. Che di fatto estrometteva nuovamente l’impresa di San Cipirello dalla cosiddetta «white list»: l’elenco degli operatori commerciali «puliti» che possono intrattenere rapporti con le pubbliche amministrazioni. Una decisione che aveva così spinto il Comune di Monreale, guidato dal sindaco Alberto Arcidiacono, a revocare l’i n c a r i co alla «F. Mirto», affidandolo alla “New System Services di Marsala. Lo stesso era accaduto ad agosto a San Giuseppe Jato e San Cipirello, dove era invece subentrata un’alt ra impresa locale: la «Costruzioni & ambiente». Dopo l’accoglimento della prima sospensiva, il 30 agosto, il Comune di San Giuseppe Jato, guidato da Rosario Agostaro, decise però di riaffidare l’incarico alla ditta «Mirto». A San Cipirello, dove ad amministrare il Comune è una commissione straordinaria, l’impresa non ha mai ripreso i lavori. A Monreale invece la ditta aveva continuato a svolgere il servizio fino alla seconda interdittiva. Dopo la quale è arrivata però la revoca del servizio. Adesso l’amministrazione comunale si troverà nuovamente di fronte al dilemma. Un’incertezza dettata dall’altalena di decisioni prese da due importanti organi dello Stato, che operano entrambi a Palermo: la Prefettura ed il Tar. E sullo sfondo c’è l’ormai evidente «braccio di ferro» tra la ditta Mirto e l’ufficio territoriale del Ministero degli Interni. Lo stesso che ha chiesto ed ottenuto a giugno lo scioglimento del Consiglio comunale di San Cipirello per infiltrazione mafiosa. L’affidamento del servizio della raccolta dei rifiuti all’ombra di Monte Iato è stato, infatti, uno dei punti cruciali dell’accesso ispettivo al Comune guidato dall’allora sindaco Vincenzo Geluso. Nelle motivazioni si legge: «è emerso un sostanziale monopolio del servizio dal quale hanno tratto vantaggio due imprese i cui titolari sono «vicini» al primo cittadino e/o stretti congiunti di soggetti contigui o riconducibili alla locale criminalit à». In particolare l’impresa la cui gestione sarebbe nelle mani di una figura considerata un tempo vicina a Balduccio Di Maggio e Giuseppe La Rosa. Il «dominus» della ditta nel 2002 venne –infatti- arrestato dalla Dia con l’accusa di associazione mafiosa, danneggiamenti ed estorsione. Nel 2004, però, proprio le dichiarazioni dell’allora collaboratore di giustizia La Rosa, pur confermando amicizie e frequentazioni con il clan, scagionarono l’imprenditore sancipirellese dalle accuse.

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