Strage di Capaci, un pentito rivela: poliziotto corrotto piazzò esplosivo in autostrada

Sarebbe stato un ex poliziotto, denominato il turco,  a piazzare l’esplosivo sotto l’autostrada di Capaci per la strage del 23 maggio del 1992 in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. A sostenerlo – come scrive oggi il quotidiano La Repubblica – è il pentito Pietro Riggio, ex  agente della polizia penitenziaria e mafioso del clan di Caltanissetta, che ormai dal 2009 collabora con la giustizia. La rivelazione sarebbe emersa dopo la sentenza pronunciata sulla “trattativa Stato-mafia”, al termine della quale Riggio avrebbe chiesto di tornarea parlare   con i magistrati che indagano sulle stragi Falcone e Borsellino, mettendo a verbale che   lo stesso ex agente di polizia, conosciuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, gli avrebbe confidato di avere personalmente riempito di tritolo,   con l’utilizzo di uno skateboard,   il canale di scolo dell’autostrada all’altezza dello svincolo di Capaci. Per approfondire le sue rivelazioni, la Procura nazionale antimafia ha convocato una riunione dai contenuti top secret. Attorno al procuratore Federico Cafiero De Raho si sono già ritrovati nei giorni scorsi i magistrati delle procure di Palermo, Caltanissetta, Catania, Reggio Calabria e Firenze, che si occupano a vario titolo di filoni riguardanti la stagione delle stragi del  ’92. Riggio, al processo bis d’appello per la strage di Capaci, avrebbe fatto il nome del “turco”, raccontando che, nel 2000, l’ex poliziotto lo avrebbe reclutato per fare parte di una non ben identificata struttura dei Servizi che si occupa della ricerca di latitanti. “Avrei dovuto dare loro una mano per la cattura di Provenzano – ha messo a verbale Riggio – indicando le persone che erano in contatto con lui, insomma diventando una sorta di infiltrato”. Riggio era cugino di Carmelo Barbieri, mafioso legato all’entourage del padrino di Corleone.

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