Capaci, il sindaco Puccio soddisfatto della decisione della Cassazione di lasciare Brusca in carcere

Il sindaco di Capaci Pietro Puccio e la sua Giunta “esprimono profonda soddisfazione per la decisione della prima sezione penale della Corte di Cassazione, al termine della camera di consiglio di ieri sera, con la quale è stato rigettato il ricorso presentato dai legali del boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca, di cui chiedevano la detenzione domiciliare, nonostante la Procura Nazionale Antimafia avesse espresso il suo parere favorevole alla detenzione familiare. Inaccettabile ed ingiusto concedere benefici ed ulteriori sconti di pena ad un criminale che, nonostante abbia deciso di recidere i propri rapporti criminali con Cosa Nostra ed aiutato gli inquirenti alla ricerca della verità, si è macchiato, per sua stessa ammissione, di numerosi ed efferati delitti, quali in particolare, l’uccisione e lo scioglimento nell’acido del piccolo figlio del pentito Santo Di Matteo. Giovanni Brusca, che ha sin qui beneficato di ben 80 permessi, è il criminale mafioso che ha premuto materialmente il pulsante che ha fatto saltare in aria in autostrada il giudice Giovanni Falcone con la moglie e la sua scorta, segnando in modo irreversibile e sfregiando irreparabilmente non solo l’immagine dinamica e laboriosa della comunità capacense, ma dell’intera nazione, con un atto criminale eclatante e simbolico nello stesso tempo, che ha avuto un’eco mondiale e conseguenze gravissime nella lotta alla mafia. Ci si auspica che, nell’applicazione delle misure cautelari e nella comminazione delle pene detentive, l’autorità giudiziaria valutasse in egual misura non solo i diritti degli imputati e dei detenuti costituzionalmente garantiti, ma tutelasse e tenesse in considerazione anche il dolore dei familiari delle vittime che, di fronte alla violenza ed alla barbarie dei criminali, si rivolge alle Autorità costituite non per avere vendetta, ma per avere giustizia, pretendendo ed invocando legittimamente che i responsabili di tali efferatezze fossero puniti in modo severo, certo e definitivo”.

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