Capaci-Crack Latte Puccio, a giudizio ex amministratori

Rinviati a giudizio hanno scelto il rito abbreviato Giuseppe Valguarnera e la compagna Caterina di Maggio, titolari della Latte Puccio Capaci accusati di bancarotta fraudolenta. Davanti al giudice per le udienze preliminari hanno chiesto il rito alternativo che in caso di condanna gli permetterà di avere lo sconto di un terzo della pena. I due nel maggio finirono agli arresti domiciliari per l’improvvisa crisi che colpì una delle industrie più floride del panorama siciliano, tanto da far dichiarare al tribunale il fallimento. Solo che secondo la guardia di finanza, che portò avanti l’indagine, quel crack fu pilotato ed è di questo che dovranno rispondere nel corso del processo. Le indagini, coordinate dalla Procura, avrebbero accertato che la società che gestiva il caseificio di Capaci sia stata svuotata con il trasferimento in Svizzera di 5 milioni di euro. Insieme agli arresti è scattato il sequestro dei beni per 15 milioni di euro. L’azienda alimentare è gestita da un amministratore giudiziario con le conseguenze del caso che hanno portato a procedure di licenziamento collettivo e taglio delle ore. I due imprenditori arrestati avrebbero orchestrato e diretto un articolato sistema di società finalizzato ad aggirare le norme. secondo la ricostruzione del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza. Innanzitutto, i crediti vantati dall’industria casearia nei confronti di altre persone sono stati artificiosamente svalutati; poi l’azienda, il cui valore è stato stimato in circa 9 milioni di euro, è stata fittiziamente affittata a un’altra società, così da completarne lo svuotamento. A queste attività erano state fatte seguire, false rilevazioni contabili e operazioni finanziarie che hanno coinvolto anche società di diritto estero, sulle quali sono state fatte confluire ingenti quantità di denaro. L’azienda, che produce mozzarelle, il 30 novembre scorso ha aperto le procedure di licenziamento e il 3 gennaio 12 lavoratori su 18 sono stati messi alla porta. Nel frattempo i sindacati hanno scritto alla prefettura chiedendo un intervento per la costituzione di un tavolo. I lavoratori a dicembre dell’anno scorso hanno organizzato dei sit-in di protesta (nella foto) davanti ai cancelli dello stabilimento lamentando gli arretrati di parecchie mensilità degli stipendi. Secondo i finanzieri gli amministratori avrebbero compiuto false rilevazioni contabili ed operazioni finanziarie che hanno coinvolto “anche società di diritto estero sulle quali sarebbero state fatte confluire ingenti quantità di denaro”.

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