Torretta, scioglimento comune: si è insediata la Commissione Straordinaria

Per i prossimi 18 mesi il comune di Torretta sarà amministrato da una commissione straordinaria nominata dal Prefetto di Palermo Antonella Di Miro. L’importante organismo si è già insediato nel palazzo municipale, travolto dallo scioglimento delle cariche elettive per infiltrazioni mafiose deciso dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, a seguito di “approfonditi accertamenti che hanno fatto emergere forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata”. Della commissione fanno parte i   viceprefetti Giuseppina Maria Patrizia Di Dio Datola, che ha già operato nei comuni di Giardinello e Borgetto e,  Francesco Milio. Il terzo componente è il funzionario economico-finanziario Antonietta Maria Manzo. Per la seconda volta, a distanza di 14 anni, l’ente locale ha subito lo scioglimento per mafia del Consiglio Comunale. Già nel 2005, durante la legislatura dell’allora sindaco Filippo Davì, venne decretato lo stesso tipo di provvedimento. Stavolta, però, la situazione è aggravata dall’inchiesta giudiziaria New Connection, condotta dalla Polizia e dall’Fbi, in cui è rimasto coinvolto il sindaco Salvatore Gambino, sospeso dal Prefetto dalla carica istituzionale, all’indomani del blitz. Attualmente agli arresti domiciliari, Gambino è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Le indagini, focalizzate sulla mafia di Passo di Rigano e degli alleati italo-americani, avrebbero fatto emergere gli interessi di Cosa Nostra nei confronti del comune di Torretta. Lo stesso ex amministratore, nel 2014, a pochi mesi dalla sua prima elezione a sindaco, subì l’accesso ispettivo disposto dalla Prefettura di Palermo. Ma uscì indenne dalle verifiche eseguite dagli organi preposti che, per tre mesi, passarono al setaccio tutti gli atti prodotti dalla giunta Gambino. L’esito fu negativo e, Salvo Gambino riuscì a completare la sua legislatura senza alcun problema. Le accuse che adesso gli vengono contestate, riguardano dubbie frequentazioni di Salvo Gambino già dalla campagna elettorale condotta lo scorso anno per continuare ad amministrare Torretta per altri 5 anni. Nel mirino degli investigatori, i suoi continui colloqui con Christian Calogero Zito, finito in manette nello stesso blitza antimafia, con cui avrebbe deciso candidature, ruoli di vertice da spartire ai Consiglieri eletti e persino assunzioni e progressioni professionali all’interno del comune di Torretta. Circostanze negate da Salvo Gambino, nell’interrogatorio di garanzia, nel corso del quale avrebbe cercato di contestare punto per punto le pesantissime accuse che gli vengono rivolte.

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