New Connection, i retroscena sul denaro sporco trasferito dagli Usa con carte di credito

Emergono nuovi retroscena dall’inchiesta antimafia New Connection che lo scorso 17 luglio ha portato all’arresto di boss e gregari della famiglia mafiosa palermitana di Passo di Rigano e Torretta e, riguardano proprio uno degli esponenti di quest’ultima : Simone Zito, il quale intercettato mentre parlava con il figlio Christian Calogero, si sarebbe preoccupato di venire scoperti per il denaro che avrebbero trasferito dagli Usa a Palerm. Per l’accusa, i due, così come scrive oggi il Giornale di Sicilia, portavano in Italia carte di credito americane, intestate a terzi o falsificate ed alterate, per finanziare le attività del clan di Passo Rigano che sarebbe guidato da Tommaso Inzerillo, con denaro di probabile provenienza illecita. Padre e figlio viaggiavano spesso tra Palermo e gli Stati Uniti e lo stesso   Cristian Calogero Zito avrebbe raccontato al padre di essere riuscito a non farsi scoprire durante un controllo subito in aeroporto mentre tornava in Italia, perché le carte di credito le avrebbe nascoste anche addosso ai figli piccoli e alla moglie. Ciò sarebbe accaduto il 19 dicembre dello scorso anno. In quel caso agli agenti aeroportuali che gli avrebbero chiesto quali carte possedesse, rispose di avere solo la discovery mostrata, mentre la moglie avrebbe avuto l’American Express. Simone Zito si sarebbe comunque allarmato, chiedendo al figlio se avrebbero potuto controllare il business, ma Calogero Christian lo avrebbe tranquillizzato dicendogli con non avrebbero potuto capire.  Il giorno dopo, il padre avrebbe chiesto al figlio di raccontargli i dettagli del controllo avuto in aeroporto e tra i particolari narrati, Cristian Calogero avrebbe rivelato che gli agenti avessero fotografato le carte di credito. C’era la preoccupazione che, il fare avanti e indietro dagli Stati Uniti avesse attirato l’attenzione degli investigatori e a metterli sull’attenti, al riguardo, sarebbe stato anche un loro conoscente di Torretta. Simone Zito temeva che, se alla fine avrebbero controllato i conti,  si sarebbero accorti di quello che facevano.

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