Carini, l’ex sindaco Giuseppe Agrusa patteggia la pena per danno erariale

Aveva illegittimamente conferito un incarico esterno. L’ex sindaco di Carini, Giuseppe Agrusa, ha patteggiato la pena, davanti ai giudici della Corte dei Conti, e per il danno erariale da 114 mila euro creato all’ente locale, dovrà restituire solo un quarto della somma richiesta dai pm, pari a poco più di 28 mila euro, e pagare 202 euro delle spese di giudizio. Si è così concluso il procedimento a suo carico che, si è svolto con il rito abbreviato. La sentenza – scrive il giornale di Sicilia – è stata pronunciata dalla sezione giurisdizionale presieduta da Guido Carlino, relatore Francesco Antonino Cancilla, pm Maria Concetta Carlotti. Le responsabilità amministrative contestate ad Agrusa, scaturivano dalla segnalazione di un presunto danno erariale perpetrato ai danni del comune di Carini, dal 2000 al 2015, causato dal conferimento dell’incarico di esperto del sindaco, all’avvocato Antonio Sirna. Sentiti gli amministratori che, in quel periodo si erano succeduti, avevano ristretto le indagini sull’ultimo quinquennio, poiché andato in prescrizione il reato per gli anni precedenti, imputando a Giuseppe Agrusa la responsabilità per la proroga di un incarico ritenuto illegittimo oltre che per il mancato rispetto dei limiti massimi di spesa previsti per gli incarichi di consulenza. L’ex sindaco di Carini, era stato citato in giudizio dalla Corte dei Conti che, aveva chiesto la condanna al pagamento di oltre 113 mila euro in favore dell’ente locale. Chiedendo ed ottenendo il rito abbreviato per Agrusa, è stato possibile beneficiare del pagamento di un quarto dell’intero danno richiesto. Somma già versata alla fine di dicembre al Comune di Carini con la conseguente presa d’atto da parte dei giudici contabili che, però, hanno escluso «la riconducibilità della presente fatti specie ad un’ipotesi di cessazione della materia del contendere, essendo intervenuto non l’intero pagamento chiesto dalla procura attrice con l’atto di citazione in giudizio, bensì solo il pagamento di una quota parte dell’iniziale pretesa». Ragion per cui, il collegio giudicante, ha condannato l’ex primo cittadino di Carini anche al pagamento delle spese di giudizio. Giuseppe Agrusa è anche tra i 27 rinviati a giudizio per tentata concussione del capo dell’ufficio antiabusivismo dell’ente locale, reato aggravato dall’avere agevolato Cosa nostra e dal metodo mafioso. La vicenda, il cui processo è cominciato lo scorso 4 febbraio, ruota attorno a presunte violazioni ambientali, abusi di ufficio, falsi, e concussione tentata e aggravata, commessi per favorire gli esercenti della zona della rotonda di Carini. Secondo l’accusa, i presunti capimafia della zona, i Pipitone, avrebbero avuto una grossa influenza all’interno del Comune di Carini, ed in particolare nell’ufficio tecnico, riuscendo ad ottenere permessi ed autorizzazioni, anche per gli scarichi fognari per i quali avrebbero utilizzato una rete abusiva di smaltimento.

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