Mafia, confiscati beni per un miliardo e mezzo di euro a Carmelo Patti

Confiscati beni per un miliardo e mezzo di euro al patron dell’ex gruppo Valtur Carmelo Patti, deceduto due anni fa. Il provvedimento arriva dalla sezione misure di Prevenzione del tribunale di Trapani, presieduta da Piero Grillo. Passano. quindi, definitivamente allo Stato, tre resort in amministrazione straordinaria, al momento chiusi con sedi a Favignana, Crotone e Ragusa, il Golf club Castelgandolfo, una imbarcazione in legno di 21 metri, la “Valtur Bahia”, 400 ettari di terreni, 232 immobili e 25 società che operano anche nel settore del cablaggio di componenti elettrici per autovetture, altro business quest’ultimo, di Patti, finito nel mirino della magistratura per le sue frequentazioni con la mafia. Negli anni d’oro, Carmelo Patti, avrebbe fatto transitare quasi un miliardo delle vecchie lire nei conti di un insospettabile sindacalista della Uil, Santo Sacco, che poi si è scoperto essere uno dei fidati postini del superlatitante Messina Denaro. Fra i suoi più stretti collaboratori c’era stato anche il cognato della primula rossa di Cosa Nostra, Michele Alagna. Nel 2010, Carmelo Patti avviò il progetto per la costruzione di un nuovo villaggio turistico con vista mare sulla spiaggia di Campobello di Mazara. I carabinieri del Ros scoprirono che ad occuparsi dell’acquisto dei terreni e della spartizione dei lavori per il movimento terra fu il boss del luogo, Nicolò Polizzi, un altro fedelissimo della primula rossa di Cosa Nostra. Il figlio del padrino, Pietro Luca Polizzi, venne invece assunto nella “Valtur spa”, diventando presto il factotum del nipote di Patti, anche lui impegnato nel progetto del nuovo resort mai edificato. Nelle mille pagine del provvedimento firmato dal tribunale di Trapani vengono fuori le rivelazioni fatte nei suoi riguardi dai collaboratori di giustizia. Angelo Siino, l’ex ministro dei Lavori pubblici di Cosa nostra, ha messo a verbale che “Patti era una persona legata alla mafia trapanese, ed era anche massone”. Il pentito ha rivelato pure contatti fra Patti e “Mastro Ciccio”, Francesco Messina, tanto che Bernardo Provenzano ci avrebbe scherzato su, dicendogli che lui non aveva problemi a passare le vacanze alla Valtur. Il Generale Giuseppe Governale, direttore della Dia, parla di azione programmatica di attacco dello Stato all’enorme patrimonio economico finanziario della criminalità organizzata. Con la confisca definitiva ai beni di Carmelo Patti, si pone fine ad un era di un imprenditore contiguo agli interessi della mafia.

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