Corleone. Nove consiglieri firmano mozione di sfiducia contro il sindaco Savona

I consiglieri del Partito Democratico, del gruppo “Mi Ci Vedo”, di “Sicilia Futura” ed un indipendente hanno presentato una mozione di sfiducia contro il sindaco di Corleone Leoluchina Savona, alla quale contestano l’abbandono in cui da anni si trova la città, la mancata costituzione di parte civile nel processo di mafia contro Antonino Di Marco (dipendente comunale finito in manette nell’operazione Grande Passo), l’incontro insieme al fratello nel caseificio di personaggi poi arrestati per mafia ed ancora l’avere nascosto ai cittadini due precedenti condanne per falsa testimonianza, falsità ideologica in atto pubblico e truffa. L’atto già presentato, è stato firmato dai sei consiglieri del PD (Dino Paternostro, Salvatore Schillaci, Pippo Cardella, Benedetto Gambino, Mario Giarratana e Pio Siragusa), da due consiglieri del gruppo “Mi ci vedo” (Francesco Piazza ed Angelo Cancemi) e dal consigliere indipendente Giuseppe Nicosia. Entro trenta giorni, l’assise civica sarà chiamata a votare la mozione di sfiducia per appello nominale. Per l’approvazione sono necessari i due terzi dei consensi dei consiglieri comunali, ovvero 13 voti. “Speriamo –affermano i firmatari- che con questa mozione di sfiducia si possa finalmente mettere fine alla peggiore sindacatura della storia della città di Corleone”. Nell’atto i nove consiglieri sottolineano che nessuno dei punti qualificanti del programma del sindaco Savona è stato realizzato. Nonostante il referendum, l’acqua non è tornata pubblica; il servizio di raccolta dei rifiuti viene gestito malamente da una ditta privata e 24 operai corleonesi sono stati licenziati; le periferie e le aree a verde sono abbandonate; le strutture comunali (caseificio di contrada Noce e mercato ortofrutticolo di contrada S. Lucia) non vengono valorizzate per creare lavoro e sviluppo, ma assegnate ad enti ed associazioni con criteri clientelari. Nonostante una gestione fallimentare di tutti i servizi, le tasse comunali (IMU, TARI, TASI e IRPEF) sono state portate al massimo livello previsto dalla legge. I consiglieri firmatari della mozione di sfiducia accendono i riflettori anche sul punto del programma del sindaco che riguarda “l’impegno contro la mafia e la criminalità, per garantire legalità e trasparenza”. Al riguardo contestano a Lea Savona di essersi abusivamente appropriata del titolo di “dottoressa”, con cui per diversi mesi ha firmato tutti gli atti pubblici, senza avere la laurea. Ma fondamentalmente contestano –si legge ancora nel comunicato stampa- l’incredibile mancata costituzione di parte civile nel processo “Grande Passo” contro l’impiegato comunale Antonino Di Marco accusato di gravi reati di mafia, che ha danneggiato Contestano anche, citiamo testualmente che “il 3 Settembre 2014 il sindaco in compagnia del fratello incontrava Vincenzo Pellitteri, che poi sarebbe stato arrestato il 20 Novembre 2015 con l’accusa di gravi reati di mafia, insieme ai due imprenditori Giovanni Impiccichè e Sebastiano Tosto (fratello di Salvatore Tosto già condannato per associazione mafiosa) presso il Caseificio di Contrada Noce di proprietà del Comune per l’eventuale affidamento dello stesso”. Contestano, infine,la mancanza di “trasparenza” perché né prima né dopo le elezioni,il sindaco Leoluchina Savona ha informato i cittadini di essere stata condannata nel 1993 a due mesi e 20 giorni di reclusione per falsa testimonianza e nel 2005 a tre mesi e 10 giorni di reclusione per falsità ideologica in atto pubblico e truffa. Contattata telefonicamente il sindaco di Corleone si riserva di replicare domani.

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