Montelepre. Omicidio Licari, a processo Antonino Muratore

Rinviato a giudizio Antonino Muratore (nella foto), 77 anni, il presunto assassino di Baldassare Licari, il pensionato di Montelepre ucciso il 4 novembre del 2013 nella campagne di Borgetto.

Il processo a carico di Muratore inizierà il prossimo 5 ottobre davanti alla seconda sezione penale della Corte d’Assise del tribunale di Palermo.

Il gip ha accolto la richiesta di giudizio presentata dal pm Dario Scaletta e dai legali di parte civile, gli avvocati Mario e Salvino Caputo e Francesca Fucaloro; Muratore invece è difeso da Vincenzo Lo Re e Fabrizio Biondo. L’accusa per il settentasettenne è di omicidio aggravato dalla premeditazione.

Ad incastrare l’anziano di Borgetto, il test del Dna su una delle tre tazzine di caffè rinvenute dalla Polizia di Partinico nella casa di campagna di Licari. I due da tempo avevano contrasti a causa dell’installazione di un serbatoio dell’acqua in un condominio di Montelepre. Fu anche grazie alla testimonianza dei familiari della vittima che la polizia arrivò ad Antonino Muratore che nega di aver ucciso Baldassare Licari. Forte ancora il sospetto della presenza di almeno un’altra persona nel casolare di contrada Iazzo Vecchio, mai identificata. Il sessantacinquenne, fu freddato con cinque colpi esplosi da due diverse pistole, il cadavere fu trovato su una Fiat 600 parcheggiata poco distante dalla casa. Licari infatti tentò la fuga ma non ebbe scampo. L’autopsia riscontrò numerosi segni da taglio sul suop corpo, Licari sarebbe stato ferito già all’interno dell’abitazione dove furono trovate tracce di sangue sul pavimento.

Antonino Muratore fu arrestato a distanza di qualche mese dall’omicidio, la polizia aveva concentrato su di lui le indagini, ci sarebbero delle intercettazioni ambientali e telefoniche che proverebbero il suo coinvolgimento diretto nel delitto, poi c’è il test del dna e ieri l’ammissione spontanea da parte di Muratore di aver bevuto il caffè dalla tazzina ritrovata a casa di Licari, ma continua a negare di averlo ucciso.

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