Montelepre, slitta a martedì decisione su dimissioni Giunta

Ogni decisione sarebbe stata rinviata a martedì prossimo, data in cui il vicesindaco di Montelepre Pino Pizzurro, che sta guidando le sorti dell’ente locale dopo l’arresto di Giacomo Tinervia, dovrebbe sciogliere la riserva se continuare ad amministrare il paese per evitare il commissariamento o rassegnare le dimissioni. Una scelta sofferta, ma necessaria, dopo il diniego espresso dal tribunale del riesame per la scarcerazione del sindaco rimasto coinvolto nell’operazione “Nuovo Mandamento” che, lo scorso 8 aprile, ha portato all’arresto di 37 persone, di cui tre di loro, nel frattempo, sono tornati in libertà. Il gruppo politico Per Montelepre, che ha visto vanificate le proprie aspettative legate alla mancata scarcerazione di Tinervia, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe contrario alle dimissioni e vorrebbe spingere la squadra assessoriale di proseguire il percorso amministrativo avviato. I sostenitori temono che, il commissariamento del Comune, possa provocare una fase di stallo insostenibile per il paese; tra l’altro, l’assessorato regionale agli enti locali, non ha ancora inviato il funzionario che dovrà sostituire l’assemblea civica decaduta a seguito delle dimissioni di 9 consiglieri comunali. Intanto, sul fronte giudiziario, pare che Giacomo Tinervia abbia proceduto, per la sua difesa, alla revoca dell’incarico all’avvocato Luigi Mattei e alla nomina, in sostituzione, del legale Enrico Sanseverino. Quest’ultimo starebbe valutando se avanzare ricorso contro il provvedimento del tribunale del riesame che, nei giorni scorsi, ha rigettato la revoca della misura cautelare a cui è sottoposto Tinervia che è stato sospeso dall’incarico di sindaco dalla Prefettura di Palermo e che adesso dovrebbe rispondere soltanto dell’accusa di concussione. Pare, infatti, che il reato contestatogli inizialmente, di concorso esterno in estorsione, sia decaduto. Secondo i magistrati che hanno firmato il mandato di cattura nei confronti di Giacomo Tinervia, l’amministratore avrebbe ricevuto una mazzetta di 7000 euro da un imprenditore e avrebbe fatto da intermediario tra l’impresa taglieggiata e il clan mafioso locale nella riscossione del pizzo. Accusa respinta da subito dall’amministratore, la cui tesi è stata anche avvalorata dalle dichiarazioni rese in procura dallo stesso titolare della ditta che ha realizzato la palestra degli impianti sportivi Don Pino Puglisi, il quale ha affermato di non avergli mai corrisposto alcuna tangente. Contro l’ultima decisione del Tribunale del Riesame che ha negato la libertà a Giacomo Tinervia per alcune contraddizioni registrate durante gli interrogatori di garanzia, l’avvocato Enrico Sanseverino sarebbe pronto a ricorrere alla Cassazione che in materia, potrebbe esprimersi entro due settimane, confermando o ribaltando l’ordinanza dell’organo giudiziario.

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