TRIBUTI ITALIA. ANCHE CAPACI E SAN GIUSEPPE JATO VANTANO CREDITI

Anche Capaci e San Giuseppe Jato, figurano tra i 19 comuni siciliani che vantano crediti con la Tributi Italia, la società che, a livello nazionale e su incarico del Ministero delle Finanze, svolgeva il servizio di riscossione dei tributi per poi riversarli nelle casse delle amministrazioni comunali. Questo fino a qualche giorno fa, perché la commissione ministeriale ha deciso di cancellare la società dall’albo dei riscossori a causa di un debito di circa 90 milioni di euro che la Tributi Italia ha nei confronti di circa 500 comuni sparsi in tutta la Penisola. In pratica, 90 milioni di euro che i cittadini hanno pagato ma che, di fatto, non sono mai stati versati nelle casse comunali. A Capaci –fanno sapere dal Comune- sono riusciti però a recuperare la grossa somma di 1 milione e 250 mila euro, e vanta un credito che deve ancora essere definito, così come deve essere quantificato a San Giuseppe Jato.
L’AnciSicilia, adesso per venire incontro alle esigenze dei comuni coinvolti in questa vicenda, convocherà per i prossimi giorni una riunione con i sindaci per avere un quadro ancora più chiaro sulle problematiche burocratiche e per definire le opportune contromisure da adottare. Inoltre, è stata già predisposta una lettera in cui l’associazione che raggruppa i comuni siciliani sollecita l’intervento dei deputati nazionali eletti nell’Isola, affinché intervengano sul governo nazionale in modo tale da fornire garanzie agli amministratori e ai contribuenti.
La situazione in Sicilia è sicuramente drammatica perché, a fronte di circa 120 dipendenti della società che rischiano di perdere il posto di lavoro, le amministrazioni locali coinvolte, non solo vantano un credito che si aggira intorno ai 15 milioni di euro (interessi esclusi), ma alcune di loro hanno dovuto ricorrere a un prestito per evitare il crack finanziario e, in più, non è ancora chiaro come si affronterà il problema legato all’interruzione di pubblico servizio e se i comuni dovranno attivare una gestione in proprio o aspettare i passi successivi indicati dal Ministero.

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