OPERAZIONE GICO GDF. TRA I BENI SEQUESTRATI ALLA MAFIA ANCHE SUPERMERCATI E IMMOBILI DEL COMPRENSORIO

Tra i beni sequestrati dalla Polizia e della Guardia di Finanza a Cosa Nostra, ci sono il supermercato “Mio Discount” di Cinisi in via Nazionale 22, quello di Alcamo in via Kennedy, e quello non operativo di Partinico, in viale dei Platani, e poi la CE.DI. Reale Srl con sede a Carini, in via Don Milani 61, la DAMOGI srl (che concede in affitto alla FIVE immobiliare i locali di Carini) e ancora un appartamento ad Isola delle Femmine in viale dei Saraceni 13 e l’attività commerciale “Cinà Letizia” a Capaci in via Monsignore Siino n.7. L’ingente patrimonio che ammonta a 300 milione di euro è riconducibile secondo gli investigatori a Giovanni Giacalone, 36 anni, accusato di mafia nell’ambito dell’operazione Addio pizzo che portò all’arresto di esponenti della cosca dei quartieri San Lorenzo e Tommaso Natale. Il provvedimento eseguito dalla polizia e dalla guardia di finanza è stato emesso accogliendo le richieste avanzate dal procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e dal questore di Palermo Alessandro Marangoni. Il patrimonio è costituito principalmente da società che gestiscono appunto, numerosi supermercati con il marchio Eurospin e Qui Discount successivamente divenuto Mio Discount e da altre società del settore della distribuzione alimentare in genere, beni immobili, conti correnti e depositi bancari. Giacalone, secondo gli investigatori ha ricoperto il ruolo di co-reggente della famiglia mafiosa di San Lorenzo, insieme a Massimo Troia figlio del boss Tullio Mariano. E’ anche indagato insieme ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo di “trasferimento fraudolento di valori aggravato”. Sequestro preventivo anche per le società Pubblidea s.r.l. e Vision Maxischermi che secondo gli inquirenti sarebbero riconducibili ai Lo Piccolo. Le indagini sono state condotte attraverso l’esame incrociato di documenti, pizzini, libri mastri ed altro materiale sequestrato il 5 novembre 2007 nel covo dei Lo Piccolo e utilizzando le dichiarazioni di Francesco Franzese e di Antonino Nuccio e grazie alle intercettazione telefonica ed ambientali. Il sequestro dei beni per il valore di 300 milioni di euro, ha interessato ben 12 persone, affiliati alla famiglia mafiosa di Resuttana – San Lorenzo.

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